Usi e costumi ogliastrini. Quando per svagarsi si andava tutti al porto di Arbatax
Questo era il porto di Arbatax. Solo un porto? No, per tanti luogo di ricordi ed emozioni indelebili.
Oggi è difficile da credere, eppure c’è stato un periodo in cui il porto di Arbatax era una delle mete preferite dagli ogliastrini ad ogni ora del giorno.
Per i bambini era il luogo ideale per scivolare con i propri pattini a rotelle, pensiero che riporta a un altro ricordo di circa un ventennio fa, quando molti piccoli tortoliesi frequentavano la scuola di pattinaggio artistico.
Se non erano i pattini era lo skate, se non era lo skate erano le gambette che rincorrevano il pallone o che saltavano una corda a suon di musica.
Già, la musica. Quella che gli stessi genitori accendevano come sottofondo per le proprie chiacchierate fronte mare, pilotina e cartiera o quella dei ragazzi che passavano per fare il giro della torretta a ritmo di Hit Mania Dance 94, 95 o giù di lì.
Il porto aperto a tutti, quello in cui accompagnavi i tuoi cari in partenza per il continente, direttamente alla scaletta. E a volte li accompagnavi pure su, fino al portellone, perché la valigia pesava.
I muretti poi, palcoscenico non troppo discreto dei ragazzi alle prese con le prime sigarette o i primi baci, anche questi con vista mare, isolotto, Cartiera e capo Bellavista.
E poi i fuochi di Stella Maris, dagli scogli, dai muretti, dal muraglione. E i murales ancora intatti, la Tirrenia che attraccava e il mare calmo da ammirare oppure le onde che scavalcavano il muraglione e ti bagnavano.
Questo era il porto di Arbatax. Solo un porto? No, per tanti luogo di ricordi ed emozioni indelebili.
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