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Una ragazza in giro per il mondo. Laura Malvaso ci racconta la sua “storia irraccontabile”

Laura in Uruguay

Laura ha 27 anni, entusiasmo, coraggio e intraprendenza da vendere. Ha una laurea in informatica, ama il suo lavoro, lo apprezza, ma come lei stessa ammette, quell’occupazione è solo uno strumento che le permette di fare ciò per cui è nata: viaggiare.

Nelle sue vene scorre un po’ di sangue ogliastrino ereditato dalla madre, jerzese per l’esattezza. E a Jerzu torna spesso e volentieri a trovare i parenti, quando non si trova a Cagliari, città nella quale è nata, cresciuta e ha studiato, o a Freiburg..oppure a Trento o a Monaco o in Finlandia o in Sud America.

Insomma, è facile perderla di vista molto di frequente, soprattutto nei periodi in cui decide di mettere tutto in stand by per preparare valigia, corpo e mente per affrontare le sue avventure in giro per il mondo. Da sola.

Cosa fai nella vita oltre a viaggiare?

Sto cercando di capirlo anch’io. Ho una laurea in informatica, ma il computer non è la mia vita, ma solo un mezzo per raggiungere i miei scopi. L’unica professione che mi descrive veramente e riempie d’orgoglio è quella di viaggiatrice.

Ma perché la scelta di girare il mondo da sola?

Viaggiare soli è un’esperienza di libertà estrema che incoraggio chiunque a provare: ti insegna tantissimo su te stesso e sul mondo e ti apre verso la cultura locale e gli altri viaggiatori in un modo in cui il viaggio in compagnia non potrà mai fare. Io ho iniziato per curiosità e ora per me resta il mezzo più autentico per esplorare e vivere avventure.

Ti ho vista alle prese con il freddo glaciale della Lapponia, a bordo di una barca con motore in panne in Tailandia e con il caldo afoso del Sud America, sempre scattante, sempre con un grande sorriso sulle labbra che rappresenta tutta la tua gioia. Quale esperienza ti ha arricchita di più?

Credo che l’arricchimento sia un processo lento, che si accumula esperienza dopo esperienza. Ho vissuto tante esperienze singole molto belle, ma niente mi ha arricchito quanto la loro somma. Svegliarsi e realizzare che gli ultimi sei mesi in Sud America sono stati intensi ed istruttivi come dieci anni di vita, e pensare sempre incredula “Wow, sono arrivata fin qui”, non ha prezzo. È il momento in cui tutto ciò che hai fatto apparentemente a caso sembra avere un senso, e ti accorgi di come tutti i limiti che hai sfidato, le debolezze superate e gli interrogativi con una nuova risposta ti hanno trasformato in una persona migliore.

Quale sarà la tua prossima meta?

Da quando viaggio non sono più una persona pianificatrice: ho imparato ad ascoltare me stessa e l’universo e seguire il corso degli eventi senza un chiedermi perché. Non ho un obiettivo: seguo solo l’istinto che mi spinge a viaggiare perché nient’altro mi fa sentire così viva. Non ho neanche una prossima meta precisa: a volte finisco in certi posti salendo su pullman a caso; altre volte seguo un desiderio di mare o montagna o caldo o freddo. Altre volte ancora seguo consigli di locali e viaggiatori. In questo momento comunque ho desiderio di Sud Est asiatico: mi affascinano le culture molto diverse dalla nostra.

Laura, zaino in spalla, occhi che brillano, sorriso sulle labbra. Un sogno che per molti rimarrà tale, ma che Laura con le sue testimonianze e i suoi video ci fa in qualche modo vivere. Anche se non al cento percento.

Perché, come lei stessa dice nei suoi video, la sua storia è impossibile da raccontare, c’è un solo modo per capirla. Ed è viverla.

“Vai, crea la tua storia e tutto diventerà chiaro, perché allora non avrai da raccontare le mie stesse avventure, certo, ma saprai esattamente di cosa sto parlando”.

 

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