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Il Mondo in Ogliastra. Kirsten Calcaterra, dallo Zimbabwe a Tortolì

Kirsten Calcaterra

Kirsten Calcaterra

Kirsten Calcaterra, classe 1983, è nata a Bulawayo, la seconda città più popolosa dello Zimbabwe. Dopo aver letteralmente girato il mondo, ha deciso, in accordo con il marito, di stabilirsi a Tortolì. Con alle spalle un corso di studi ad indirizzo economico e diversi anni di esperienza nel settore alberghiero, ora divide le proprie giornate tra il lavoro di mamma e quello di business coach.

Cosa ti ha spinto a lasciare lo Zimbabwe?

Ho lasciato il mio paese nel 2003 a seguito della mia decisione di trasferirmi a Doha, capitale del Qatar, dove precedentemente avevo trovato lavoro come receptionist in un hotel. Dopo circa tre anni dal primo trasferimento, ce n’è stato un secondo, nel Regno Unito. A Londra ho iniziato a lavorare per una catena di case di lusso e durante questo periodo della mia vita ho incontrato Guido, un business coach, che in seguito è diventato mio marito e mi ha convinta a trasferirmi in Ogliastra, la sua terra d’origine.

Come ti sei trovata una volta giunta in Ogliastra?

Sono stata accolta benissimo sin dal primo momento ma purtroppo, per via della lingua per me completamente nuova, mi sono sentita isolata per diverso tempo. È stato molto difficile vivere in un posto dove solamente pochissime persone riuscivano a capirmi. Per questo motivo, presi in considerazione diversi fattori, abbiamo deciso di andare a vivere in Nuova Zelanda. Dopo aver trascorso tre anni nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, nel 2013 abbiamo fatto le valigie e siamo tornati nuovamente in Ogliastra. Da quel giorno non siamo più andati via.

Raccontaci qualcosa della tua terra e delle tue tradizioni.

La cosa più bella della vita in Zimbabwe è senza dubbio il continuo e profondo contatto con la natura. Non di rado, facendo una passeggiata, ci si imbatte in un leone o in una zebra. La situazione politica attuale, invece, è complicata e difficile. Al potere, già da diversi anni, c’è Robert Mugabe, un dittatore 92enne di colore, che porta avanti una politica di persecuzioni nei confronti dei bianchi. A differenza del governante, la popolazione è molto socievole e la maggior parte degli abitanti lavora sodo, è povera e vive in capanne di terra. Per quanto riguarda l’abbigliamento, i vestiti sono coloratissimi e somigliano moltissimo a quelli dei nostri vicini Keniani.

Cosa ti manca di più?

Mi manca terribilmente la famiglia, che purtroppo non abbraccio da tantissimo tempo.

Consiglieresti il tuo paese come un posto in cui andare a vivere e/o lavorare?

Assolutamente no. Come dicevo, la popolazione in questo momento sta attraversando un momento difficile sia dal punto di vista politico che da quello economico. Il nostro stato possiede uno dei più alti tassi di disoccupazione, che attualmente si aggira intorno al 90% . Per quanto lo sconsigli come posto dove vivere stabilmente, invece lo consiglio come meta per le vacanze: è un luogo meraviglioso, ricco di attrazioni.

Sei in Ogliastra da tanti anni. Siamo riusciti a farti sentire a casa?

Ora, dopo il primo impatto negativo, mi sento come a casa. Quando esco mi sento molto sicura e tranquilla, cosa che non sarebbe mai successa in altri paesi dove la sicurezza comunitaria e personale è costantemente messa a repentaglio. Gli ogliastrini sono ospitali e mi hanno davvero conquistata.

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