Gli amministratori del capoluogo ogliastrino dicono no, all’ipotesi della Sardegna come deposito di scorie nucleari. Con i voti espressi in modo unanime dall’intero consiglio, ieri pomeriggio, la città di Tortolì è stata dichiarata “Comune denuclearizzato”.

 “La decisione di votare una delibera di tale valenza simbolica e ambientale è scaturita dal fatto – ha commento l’Assessore Isabella Ladu – che nessuno Stato Europeo ha ancora trovato soluzioni sicure al problema delle scorie radioattive, e le voci provenienti da tante fonti riguardanti l’Isola come possibile candidata a ospitare le scorie nucleari, ci ha portato a presentare questa mozione in quanto fermamente contrari a qualsiasi progetto di stoccaggio nucleare in Sardegna e nel nostro comune». Dopo la votazione, alcuni cittadini che si sono fatti portavoce dell’istanza, hanno donato al Comune la bandiera di sito denuclearizzato.

I lavori nell’aula consiliare di via Mameli, sono proseguiti con l’approvazione all’unanimità della delibera per la salvaguardia dell’autonomia della Camera di Commercio di Nuoro. “Con la legge 124 del 2015, il governo prevede la riduzione delle Camere di Commercio Italiane dalle attuali centocinque a settanta – ha spiegato il vicesindaco Laura Pinna- fra queste è a rischio anche il presidio di Nuoro, e di conseguenza, la sede staccata di Tortolì. Ciò comporterebbe enormi disagi agli imprenditori e cittadini, che non vedrebbero più garantito questo servizio indispensabile. “Si ricorda – ha aggiunto l’assessore – che la legge 7. N.56 (2014) stabilisce deroghe alle province montane dei territori insulari, privi di adeguati collegamenti (stradali e ferroviari), per cui Nuoro, che possiede queste caratteristiche dovrebbe mantenere l’autonomia di avere una sede propria della Camera di Commercio”.

“Con l’approvazione di questa delibera, stiamo dando un segnale politico al legislatore che in modo accelerato sta attuando riforme che penalizzano le periferie,- ha aggiunto il sindaco Massimo Cannas – in questo modo, si stanno togliendo servizi essenziali di sviluppo economico e sociale al nostro territorio. I danni – conclude – non si possono recuperare tagliando i servizi, per questo motivo è nostro dovere da amministratori difenderli”.

La statua di bronzo del Redentore è un’opera dello scultore Vincenzo Jerace collocata sul Monte Ortobene di Nuoro, a 925 metri sul livello del mare. Venne eretta nel 1901 in occasione del Giubileo.

Sulla bellissima statua simbolo di Nuoro ci sono tantissime curiosità. Oggi ve ne raccontiamo quattro:

La sola statua senza piedistallo pesa due tonnellate. Venne fusa a Napoli e giunse in Sardegna via mare, suddivisa in varie parti che furono trasportate sulla montagna con carri a buoi e quindi assemblate.

Sul palmo della mano benedicente, rivolta verso la città di Nuoro, l’artista fece incidere una dedica per la moglie: “A Luisa Jerace, morta mentre il suo Vincenzo la scolpiva. Ai piedi della formazione rocciosa sulla quale è collocata la statua vi è anche una lapide a lei dedicata, che morì mentre il marito era impegnato nella realizzazione del monumento. La leggenda narra che morì alla vista della statua, impressionata dalla sua mole.

Per molto tempo la statua risultò circondata da una gabbia di ferro e in molti pensarono che lo scultore la circondò della struttura metallica per paura di non essere pagato dal comitato ordinatore dell’opera.

Dopo l’armistizio che seguì la Seconda Guerra Mondiale, un militare tedesco in ritirata sparò una raffica di mitra contro la statua facendovi tre fori che furono poi chiusi alcuni anni dopo in occasione di un intervento di rinforzo.