L’On. Antonio Solinas, Presidente della IV Commissione del Consiglio Regionale che si occupa del governo del territorio e dell’ambiente ha predisposto una mozione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio, sul ventilato inserimento della Sardegna tra le aree idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
La mozione, condivisa dai Consiglieri della maggioranza PD, SEL, Sardegna Vera, Centro Democratico, Soberania e Indipendentzia, (Agus – Anedda – Arbau – Azara – Busia – Cherchi Augusto – Cocco Daniele Secondo – Cocco Pietro – Collu – Comandini – Cozzolino – Demontis – Deriu – Desini – Forma – Lai – Ledda – Lotto – Manca Gavino – Manca Piermario – Meloni – Moriconi – Perra – Pinna Rossella – Piscedda – Pizzuto – Ruggeri – Sabatini – Sale – Tendas – Unali – Usula – Zedda Paolo Flavio), prende spunto – dichiara Solinas – dall’approvazione il 4 marzo scorso, del Decreto Legislativo n. 45 (“Attuazione della direttiva 2011/70/EURATOM, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi”), con il quale viene fissata al 31 dicembre 2014 la scadenza per la definizione di un “Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi”, cosa che rende di fatto stringente l’individuazione del sito unico.
Il ministro dell’Ambiente Galletti ha ricordato, proprio in questi giorni che le ultime osservazioni per la definizione dei criteri per l’individuazione del sito unico, gli sono giunte, alla fine di marzo 2014, è una guida tecnica pronta per la pubblicazione sul sito web che attenderebbe un ultimo nulla osta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. In seguito, sulla base dei criteri tecnici individuati, verrà elaborata la carta nazionale delle aree idonee ad ospitare il sito sul quale sorgerà il parco tecnologico, comprendente il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
Già in passato, nel 2003, il Consiglio Regionale, approvò una mozione, sul reale pericolo che alcuni territori della Sardegna fossero individuati come siti idonei a conservare le scorie radioattive provenienti dagli impianti nucleari della penisola, in quella circostanza ci fu l’unanime impegno a ricorrere in tutte le sedi legali contro la violazione delle prerogative statutarie della Regione.