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Cosmogonia. La personale di Paola Puccini a Sassari

Cosmogonia

Paola Puccini esporrà le proprie opere a Sassari, presso il Museo del Carmelo, in collaborazione con Gipa Art e con il patrocinio della Provincia di Sassari dal 3 all’11 maggio.

 Il soggetto artistico di Paola Puccini è il prodotto di una ricerca stilistica a spirale che dispone  gli oggetti e le forme in una continua rilettura geometrica del mondo, dove l’Io, semplice e diffuso, delinea spazi metafisici in assenza-essenza di concetto.

La Nostra percorre mondi infantili, arcadici che abbracciano l’intimità dei soggetti: le pose sinuose, le geometrie composte in uno sguardo diffuso, non permettono una delimitazione del rapporto io e mondo, ma lette in continuità abbattono quella metodica di rottura che qualcuno vorrebbe tra il soggetto pensante e il cosmos in cui agisce e vive.

Riecheggiano simboli arcaici, culturali e profondi, archetipi di una femminilità senza tempo, archetipi in quanto naturalità pensante. Il gioco, i paramenti, a volte sacri, il più delle volte profanati, liberati dalla loro gabbia storica e culturale segnano il soggetto femminile avvolgendolo nel calore della propria peculiare caratteristica, genealogicamente demandata, la cura e il conforto.

Allo stesso modo i culti e le strade da percorrere restituiscono all’attento osservatore la necessità stessa dell’unità del pensiero, con la materia e con la luce.

Luce che delimita spazi certi, non ombrati, necessari ad una comprensione chiara, con un tratto completato dal colore, primo vero attore della sua pittura, Caldo, denso, immediato, leggibile come un moderno fumetto animato per la sua tonicità cosi naturale ma essenziale, e da questa tonicità, dai contrasti volutamente giocati si percepisce  il movimento, l’immagine che non statica appartiene al colore che muove il tutto, presenta nella sua primarietà, il bisogno di un’emotività semplicemente complessa.

 In Questo nostro tempo, produttore di sofisticate riproduzioni, anche viventi ed inautentiche, scultore di plastificazioni che tiranneggiano l’esigenza di appartenere primariamente a sé stessi, con cui l’uomo e  la donna, alienante ed alienato, carceriere e carcerato,  sono allontanati dal loro pensiero, e soffocati dalla loro materialità, ne vengono strappati dall’anelito all’emozione e all’appartenenza e reinseriti, in questo mondo, e ricollocati dalla ricerca della semplicità di questa linea archetipa, partecipante e costituente la cosmogonia.

Il bisogno orientato verso modelli sofisticati e sofisticabili, è abbattuto dalla ricerca dell’armonia, del giusto essere-in, che dalla Nostra è data dall’uso apparentemente scolastico della prospettiva. Questo riecheggiare classico, non in contrasto, ma in fusione con una visione moderna della plasticità, rende l’opera un percorso unitario, dove le tele non possono che essere lette in una sistematicità acronologica, ma significante, che dà il reale senso della profonda ricerca stilistica della Puccini.

 

La specularità della sua pittura dà la possibilità di inserirsi nell’immagine, rendendo il soggetto artistico  partecipato, creato e creativo, nella ricostruzione del viso e pensiero,  l’invito al completamento dell’unità fondativa, dona all’osservatore quella partecipazione alla creazione dell’opera che è il vero senso della essenzialità di queste sagome.

 

Infanzia, Donna, Uomo, Gioco, Solitudine, Fuga, Prato, Religione, Tempo diventano semplicemente parti di un tutto est-etico e  perituro.  L’essere in, l’essere per, l’essere con il mondo, le sue leggi, le sue tensioni, le sue arcaiche contraddizioni, richiamano al bisogno di recuperare la continuità, la base sicura, l’essere per essere. L’attività dell’individuo, panacea del mondo,che come assoluto pone la conoscenza (A.Ruggiu)

 


 

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