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Restauro Casa del Fascio a Bari Sardo. Provocazione o monito per il presente?

Casa del fascio, Bari Sardo

Casa del fascio, Bari Sardo

Corso Vittorio Emanuele, Bari Sardo. All’altezza della Piazza Brigata Sassari si trova una casa. L’antica casa del fascio. La facciata, rimessa a nuovo, presenta una novità. O meglio, ripropone ciò che c’era e che è stato cancellato: l’immagine del fascio littorio accompagnata dalla scritta Fascio di combattimento. Vincere.

 

Provocazione o promemoria? È questo che si chiedono tutti, bariesi e non, imbattendosi in questa immagine. Secondo le teorie moderne di restauro, la storicità di un monumento non può essere messa in secondo piano rispetto ad una istanza estetica. Occorre che i segni del tempo siano lasciati, senza subire alterazioni con rimozioni o aggiunte, come testimonianza dell’intervento umano. Cesare Brandi, teorico del restauro, sottolineava che ogni intervento su un monumento non si dovesse spingere fino al punto di distruggere l’autenticità dello stesso. Ma aggiungeva che un monumento o un opera d’arte sono considerati tali, uno speciale prodotto dell’attività umana, solo attraverso un riconoscimento che avviene ogni volta nella coscienza di ogni singolo individuo.

 

Questo non è avvenuto per questa casa. Il dopoguerra ne ha voluto cancellare la memoria.

 

Strati di storia contemporanea bariese si intrecciano, tra epoca fascista e repubblicana, fino ad arrivare al 2013, anno in cui i cittadini, guardando quel muro, si chiedono se approcciarsi al Ventennio in maniera scientifica oppure secondo un sostrato politico-culturale. Il dibattito è aperto.

 

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