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Severino Cannas, centenario di Villagrande: “La fonte della giovinezza è nel nostro orto”

Severino Cannas con sua moglie Egidia Floreddu.

 

Se cercate l’elisir di lunga vita, ora sapete dove trovarlo. E’ a Villagrande Strisaili, all’ombra delle querce secolari del bosco di Santa Barbara. Qui la ricetta per campar cent’anni è straordinariamente semplice: cibo sano e duro lavoro.

 

Ma risulta straordinariamente complessa se, anche quest’anno, seppure in tono minore per la tragica scomparsa di un giovane del paese, la longevità degli abitanti del centro ogliastrino ha richiamato studiosi e demografi da tutto il mondo, tra i quali Lennie Poon dell’Università della Georgia ed il belga Michel Poulain dell’Università di Louvain.

 

La manifestazione “Longevità e pastoralismo”, organizzata dall’amministrazione comunale, ha passato al setaccio i possibili motivi di un invidiabile primato mondiale del paese ogliastrino, quello della longevità maschile.

 

Al setaccio degli esperti anche l’esistenza di Severino Cannas, altro centenario di Villagrande. A raccontare i segreti delle sue cento primavere la moglie Egida Floreddu, 87 anni. Casalinga lei, fabbro in pensione lui, la coppia ha affrontato una vita intensa, per certi versi dura, trascorsa tra il lavoro nei campi e l’esperienza dell’emigrazione. Proprio in un oliveto nelle campagne villagrandesi, Severino ha conosciuto sua moglie Egidia “Ci siamo conosciuti lavorando in un oliveto in località “Fromiga”, nella zona del lago Santa Lucia. Era il 1944 e il lavoro in quegli anni scarseggiava” racconta la donna. “Severino partì a lavorare in Germania. Era il 1961. Fece ritorno 14 anni dopo”.

 

Ed anche il rientro fu all’insegna del lavoro.” Di rientro dalla Germania, Severino andò in pensione e si dedicò completamente alla famiglia e all’agricoltura. “Vino, olio e ortaggi e tutto ciò che si poteva avere con il duro lavoro della terra. In quegli anni – ricorda – la fame era dietro l’angolo, e diciamo che chi aveva un pezzo di terra coltivato o del bestiame, era considerato fortunato e benestante. Abbiamo avuto quattro figli, tutte femmine, e sin da piccole anche loro diedero una mano in campagna. Una volta sposate andarono via di casa”.

 

Il traguardo delle cento primavere è arrivato a coronamento di tanti sacrifici . Elisir di lunga vita? Non ci sono dubbi: i coniugi Cannas hanno attinto a piene mani alla fonte dell’eterna giovinezza che, a quanto pare, è proprio nei loro orti. “Penso che il segreto sia nel fatto che abbiamo sempre avuto il nostro bestiame e che abbiamo coltivato i nostri campi. Maiali, capre, pecore e galline, latte, formaggi, ortaggi di ogni genere e frutta. Vino e olio sempre nostri. Tutto era di nostra produzione e lo è ancora. Mio marito ancora oggi beve un bicchiere di vino a pasto – conclude l’anziana donna- e ogni tanto anche un bicchierino di acqua vite dopo il caffè. Niente stravizi, niente sigarette o cose del genere. Anche per questo non abbiamo mai avuto mai problemi di salute. Anzi siamo sempre stati sanissimi.”

 

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