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Esercitazioni militari: i problemi dei pescatori di Arbatax

Non c’è pace per i pescatori di Arbatax. Come se non bastassero la crisi, la scarsità di pesce e il caro benzina, arriva anche una nuova ordinanza che vieta durante il mese di aprile la pesca, l’ancoraggio e attività affini nello specchio d’acqua compreso tra Punta de Sa Cala e Capo San Lorenzo. Causa: esercitazioni  militari. Si tratta di operazioni di lancio e recupero di radio bersagli, movimentazione con elicottero, drop test e recupero di aeromobili a pilotaggio remoto. La precedente ordinanza di divieto risale solo al mese scorso.  A farne le spese sono sempre i pescatori, costretti a spostarsi a pesca verso nord, dove comunque hanno solo qualche miglia a disposizione (perché poi trovano il parco marino, che è zona protetta). Ma non è tutto. Oltre il danno, la beffa. I pescatori attendono invano da due anni i rimborsi delle esercitazioni militari 2011/2012.  Indennizzi riconosciuti dall’art. 332 del Codice Militare, a ristoro delle “limitazioni alla pesca subite per le sempre maggiori restrizioni degli spazi marini utilizzati per esercitazioni militari”. Indennizzi esigui e differiti nel tempo, sottoposti a incertezze e lungaggini burocratiche che diventano  intollerabili. Ma a nulla sono valsi scioperi e incontri in Regione. Questi soldi sono ancora fermi nelle casse dello Stato.

Per sentire gli umori, o meglio, i malumori, abbiamo incontrato alcuni pescatori. Sono tutti giù al porto, facciamo due chiacchiere mentre due di loro riparano una rete. “Sono sessant’anni che faccio questo mestiere – racconta un pescatore dal forte accento ponzese- ma mai ho visto un periodo così nero, ci sono più spese che guadagni. Abbiamo tanti problemi, per esempio,  i delfini che rovinano le reti e mangiano il pescato. Ogni anno spendiamo fino a ventimila euro per le reti e non abbiamo alcun aiuto. Inoltre, dobbiamo fare i conti con le esercitazioni militari che limitano il nostro lavoro, ma i rimborsi che ci spettano sono minimi rispetto al nostro sacrificio e arrivano sempre con lunghi ritardi. Non mesi, ma anni. Al giorno d’oggi la piccola pesca è morta, non consiglierei mai ad un giovane di fare questo lavoro.”

E il centro pesca, l’edificio color salmone che si trova nella darsena cantieristica? “Soldi buttati al mare – rispondono in coro – non è mai  stato usato da noi pescatori. Avremmo potuto farne un mercato ittico come accade in tutti i porti e invece no, abbiamo un edificio per il quale sono stati spesi milioni di euro, per tenerlo chiuso.”

E’ palpabile la situazione di forte disagio e malcontento vissuta dai pescatori, che si sentono una categoria totalmente abbandonata in un periodo e in un territorio  duramente provato dagli effetti della grave crisi economica internazionale.

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