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Le tessitrici di Ulassai collaborano con Carolina Melis, tra arte e poesia

Sei donne, dodici mani abilissime. Da più di un decennio eseguono con passione il loro lavoro sul vecchio telaio a mano, portando avanti con maestria vecchie tecniche  lavorative che dal 1971 son state più volte tramandate nella Cooperativa tessile femminile Su Màrmuri di Ulassai. Oggi, a loro volta, insegnano l’arte alle loro allieve. Diciotto ragazze di tutte le età, che grazie ad un corso finanziato interamente dal Comune di Ulassai, avranno quattro mesi per imparare a creare pezzi di inestimabile valore. Hanno cominciato solo da tre settimane e già sanno predisporre il telaio, trattare i tessuti semplici e guardare con curiosa confidenza ai pibionis, ovvero “i grappoli d’uva”, tecnica comune utilizzata da sempre per gli elementi decorativi in rilievo. Tecnica ormai nota del loro lavoro, che nell’ottobre del 2012 le ha viste anche vincitrici del concorso regionale di tessitura indetto dal comune di Salure in occasione di Cortes Apertas in Barbagia. “Questo è il primo concorso non specifico per tecnica”, ci spiega Maria Serrau, presidentessa della Cooperativa Su Màrmuri, “quindi anche noi abbiamo potuto parteciparvi con i nostri pibionis”. Il tema del concorso, “un ponte tra tradizione e innovazione”, ha giocato sicuramente a loro favore. Si è infatti partiti da una base conosciuta, qual è la capra di Maria Lai, rielaborandola con un disegno innovativo che vede la sovrapposizione diagonale di due tappeti simili su sfondo neutro.

Maria Lai è sicuramente la madrina indiscussa del lavoro di questa grande squadra che, oltre ai motivi classici della tradizione sarda, ormai da anni ne riproduce le meravigliose opere. Di immediato impatto artistico ed emotivo i suoi ultimi due disegni, donati prima della recente malattia, “Un telaio per Grazia Deledda” e “Cosima”, nate da una richiesta a tema che venne fatta all’artista ulassese in occasione dell’inaugurazione del museo di Grazia Deledda in Nuoro.

Ma un’altra fortuita collaborazione si è affacciata sulla scena del loro lavoro, ed è quella con Carolina Melis, l’artista cagliaritana conosciuta in occasione dell’Ulassai Film Fest di due anni fa, quando la cooperativa tessile fu la location di una sua retrospettiva.  L’estro, la precisione e la voglia di veder poi realizzati i suoi disegni, fa sì che Carolina sia parte attiva del processo sia creativo che produttivo.

“Far un tappeto partendo da un disegno non è così semplice come si può pensare. Il disegno va rielaborato per poter essere riprodotto da noi” – ci spiega ancora una volta Maria Serrau – “Se il designer è capace di entrare nel nostro mondo lo rielabora lui, altrimenti da carta bianca a noi, cosciente di possibili incongruenze visive. Carolina è partita dalle nostre indicazioni e ha rielaborato i suoi disegni, consegnandoci le tabelle tecniche da cui poter far partire il lavoro di produzione tessile”.

Carolina festeggia l’8 marzo a lavoro con le donne della cooperativa. Con questa collaborazione anche lei si è convertita al bianco e nero, col quale, dice, si ottengono i migliori risultati in sintonia con il loro stile. Il tema delle quattro stagioni, delle quali due nere su sfondo bianco e due bianche su sfondo nero, ha già avuto un notevole successo. “Sono una maniaca della precisione e, computer a parte, è giusto riscoprire la carta, sulla quale si possono fare tanti errori ma valutare poi al meglio la parte tecnica. Non sempre si riesce a dare altrimenti l’idea di ciò che vorremo fosse il nostro disegno sull’opera tessile finita. Devo dire che, se è vero che il primo tappeto è stato un po’una prova, son rimasta poi sorpresa anche io dal risultato”.  Nel telaio infatti non si può avere l’idea del lavoro ultimo, ci si accorge solo dopo che lo si taglia. Ma guardare i disegni di Carolina è come ammirare  già il tappeto finito.

Laura Lai

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