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Ogliastrini nel mondo. Alessia Todde da Tortolì al Canada

Come ha avuto inizio la tua avventura all’estero?

 Avevo solo diciassette anni e un articolo sul progetto Intercultura in mano quando decisi di fare il grande salto e di dare inizio a una grande avventura: un intero anno in Texas, pienamente immersa nello stile di vita americano. La voglia di conoscere un’altra cultura e di mettermi alla prova era davvero tanta, così decisi di prolungare la mia permanenza negli Stati Uniti di ben sette anni. Al termine di questo periodo davvero meraviglioso, decisi di tornare in Sardegna. Solo dopo due anni, però, sul letto troneggiava già una grande valigia: un nuovo capitolo della mia vita stava per essere scritto, quello canadese. Sono felice di questa mia scelta, avvenuta con maggiore consapevolezza rispetto alla prima volta. Ora vivo e lavoro con soddisfazione a Vancouver da quattro anni.

Consiglieresti, quindi, il progetto Intercultura?

Nel modo più assoluto lo consiglio a tutti quei giovani che abbiano nel cuore il desiderio di imparare bene una lingua e di conoscere il mondo, toccando con mano altre realtà, altre prospettive. Quella con Intercultura è un’esperienza che fa crescere, maturare e che insegna ad essere determinati e a contare solo sulle proprie capacità.

Che lavoro svolgi in Canada?

Dopo la laurea in Business Administration è stato piuttosto semplice inserirmi nel mondo del lavoro canadese. Ora sono direttrice commerciale per un’importante azienda. Lavoro tanto ma non mi lamento: ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace e che mi permette di viaggiare tanto e crescere dal punto di vista professionale.

Cosa ti manca dell’Ogliastra?

La famiglia, il mare e gli amici. A volte sento davvero una nostalgia fortissima, che cerco di attenuare con foto, lettere e ferie

Pensi di mettere su famiglia a Vancouver?

Sono sposata da diversi anni con un ragazzo stupendo e…sardo! Mi piacerebbe mettere su famiglia qui in Canada perché è un luogo ideale per far crescere dei bambini. Allo stesso tempo non escludo di tornare in Sardegna, dove io per prima ho trascorso una bellissima infanzia. Comunque non mi pongo scadenze e non faccio troppi progetti: chi vivrà vedrà. Del resto, la terra madre ci accoglie sempre a braccia aperte. E a volte bisogna lasciarla per apprezzarla veramente.

 

 

 

 

 

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