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Il tramonto dei falsi miti: la Brunilde di Medas al San Francesco

 “Brunilde. Crepuscolo e fine degli dei” non è un semplice spettacolo. È una vera e propria sfida. Ma Gianluca Medas, si sa, le sfide le ama. La sua Brunilde, in scena al Teatro San Francesco di Tortolì mercoledì 5 dicembre alle 21, si avvale infatti di numerosi linguaggi comunicativi, che il direttore artistico dell’associazione Figli d’Arte Medas riesce a far giocare tra loro rivelando allo spettatore nuovi, inaspettati orizzonti. Una tetralogia dei media, un progetto culturale di ampio respiro e qualità. Musica, teatro, danza e cinema: ecco i quattro alfieri della comunicazione che ci racconteranno la storia della regina d’Islanda legata alla mitologia norrena, all’interno della fortunata rassegna “Tutti i colori del buio”. Sullo schermo/ palco vedremo nei panni della controversa protagonista la giovane e bellissima Noemi Medas. Attorno al suo personaggio, quelli interpretati da Ramita Satta, Barbara Bosa e Carlo Porru. In un video realizzato da Daniele De Muro che sconvolgerà le consuete regole della narrazione, in un racconto fatto di immagini in bilico tra l’amore e l’odio, tra la passione e le grida di protesta. Fondamentale la presenza della danzatrice Michela Laconi, della cantante  Stefania Sistu e della musicista Laura Cabras. Tre artiste di calibro che renderanno ancora più intensa la storia di Brunilde e più pulsante la commistione di stili, generi e arti. Il progetto musicale curato da Andrea Congia, si avvarrà della collaborazione di Walter Demuru e di Francesco Medas e si preannuncia mozzafiato. Raccontano gli organizzatori: “ In Brunilde c’è tutto lo splendore degli dei raccontato dai suoi protagonisti, che, affacciandosi da uno schermo quasi fossero divi (e non più divinità) sfogano le loro passioni ed espongono le proprie ragioni, trattando l’amore, la giustizia o la legge in maniera rigida e rigorosa, imponente, statuaria. Ma quanto luccica, questo impero? Quanto brillano, queste novelle celebrità? Fin dove possono spingere il loro potere? Imbrigliati nel cinico intrico di leggi da loro stessi poste, i possenti dei di un tempo appaiono ora sterili. Le rune sulle quali sarebbe dovuta sorgere la giustizia per il bene della civiltà degenerano, deformate dallo sguardo troppo severo di chi ha dimenticato come si ama. Resta solo un finissimo e delicatissimo filo di speranza, ineffabile e fragile, al quale aggrapparsi per salvare il mondo da un’incombente fossilizzazione. L’amore. Saranno ancora capaci, gli dei, di amare?”. Scopriamolo al San Francesco grazie a questo spettacolo assolutamente imperdibile.

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