Lo sapevate? Secondo una leggenda a Castel Sant’Elmo ci sarebbero i fantasmi
Si narra che di notte le stanze di questo castello, uno dei più belli e famosi di Napoli, si popolino di fantasmi che da vivi trovarono la morte proprio qui.
Lo sapevate? Secondo una leggenda a Castel Sant’Elmo ci sarebbero i fantasmi.
Si narra che di notte le stanze di questo castello, uno dei più belli e famosi di Napoli, si popolino di fantasmi che da vivi trovarono la morte proprio qui.
Secondo un’antica leggenda, all’interno di Castel Sant’Elmo al Vomero vagherebbe un fantasma vestito di bianco. Questo fantasma si divertirebbe a spaventare chiunque si avvicini. Uno spiritello molto giocherellone a cui piace anche uscire dalle mura per portare un po’ di paura tra la gente. Molti dicono poi che dai sotterranei arriverebbero delle grida. Alla fine della prima rampa della scala della Pedamentina c’è un cancello da cui le guardie reali uccidevano i nemici e ne lanciavano i corpi nelle segrete per farli mangiare dai topi o, addirittura, dagli abitanti della città. Le urla sarebbero i lamenti degli spiriti di queste vittime.
Sulla collina del Vomero, nella zona di San Martino, sorge uno dei più famosi castelli medievali di Napoli, si tratta di uno dei posti più belli e panoramici della città: Castel Sant’Elmo.
La sua posizione è strategica: dall’alto di Castel Sant’Elmo si può controllare, infatti, la città, il golfo, e le strade che conducono alla città. Deriva da qui il modo di dire “‘A copp Sant’Elmo vò piglià o purpo a mmare” (“Da Castel Sant’Elmo vuole pescare un polpo a mare”). Il detto si utilizza per dire che una qual cosa risulta impossibile: voler pescare da una collina è, infatti, un’impresa impossibile.
Qui morirono molte persone. Nel 1587 durante un violento temporale, un fulmine cadde nella polveriera facendo saltare buona parte del castello e uccidendo 150 uomini. Divenne poi un carcere. Nel 1707 fu assediato dagli austriaci; nel 1734 dai Borbone. Durante i moti del 1799 fu preso dal popolo e poi occupato dai repubblicani, i quali durante l’assedio delle forze francesi, da qui bombardarono alle spalle i lazzari napoletani che erano insorti per opporsi all’occupazione della città. Spazzata via l’ultima resistenza, il 23 gennaio vi innalzarono la bandiera della Repubblica Napoletana. Fino all’inizio degli anni settanta del XX secolo fu adibito a carcere militare. Dopo anni di lavoro per restaurarlo fu aperto al pubblico il 15 maggio 1988. Oggi appartiene al Demanio Civile ed è adibito a museo.
Castel Sant’Elmo presenta un particolarità che forse non tutti conoscono: è l’unico castello al mondo ad essere stato costruito su una pianta a sei punte. Secondo alcuni studiosi questa forma consentiva alle guardie di poter sparare da tutte le direzioni. Secondo altri, è da attribuire all’alchimia.
Come molti palazzi di Napoli, anche Castel Sant’Elmo è avvolto da un’aura di mistero. Una leggenda narra che nelle sue stanze vaghi un fantasma vestito di bianco, allegro e giocherellone. Come accennato un’altra storia racconta del cancello oltre il quale, le guardie reali, un tempo, uccidevano tutti quelli che volevano assalire la fortezza. I loro corpi venivano poi gettati nei sotterranei per farli divorare dai topi. Dai quei sotterranei sembra provengano, ancora oggi, rumori continui e urla strazianti. Secondo alcuni questi rumori non sono altro che il sibilo del vento prodotto nelle grotte sottostanti. Secondo altri, invece, i sotterranei sono infestati dai fantasmi. A confermare questa tesi le reazioni di alcuni custodi i quali, terrorizzati, preferiscono andare a fare il giro d’ispezione dopo l’orario di chiusura solamente in coppia.
Castel Sant’Elmo è un castello medievale con pianta a forma di stella a sei punte che domina la collina del Vomero. Per secoli è stato una roccaforte inespugnabile.
Si tratta di uno dei luoghi più amati dai napoletani. Oggi è stato trasformato in un museo. Appartiene al Demanio e dalla sua posizione (250 m s.l.m.) si può osservare tutta la città, il golfo, e le strade che dalle alture circostanti conducono alla città.
La struttura anticamente era chiamata Paturcium e sorge dove si trovava una chiesa dedicata a Sant’Eframo (da cui Eramo, Ermo e poi Elmo), edificata nel X secolo. Durante la Rivoluzione Napoletana del 1799 fu conquistato dal popolo e poi occupato dai repubblicani. Caduta la Repubblica diventò la prigione dei più importanti protagonisti della rivoluzione: Giustino Fortunato, Domenico Cirillo, Francesco Pignatelli di Strongoli, Giovanni Bausan e Luisa Sanfelice.
La maestosa fortezza di Castel Sant’Elmo domina dall’alto tutta la città di Napoli. Collocata sulla sommità della collina del Vomero, regala una visione straordinaria, dall’entroterra alle isole e dalla Penisola sorrentina fino ai Campi Flegrei.
La posizione arroccata, l’impianto a forma di stella a sei punte, l’ampio fossato e lo schema a doppia tenaglia ne facevano un luogo inespugnabile, oggi cuore pulsante della cultura napoletana.
Come riporta il sito ufficiale del monumento, le prime notizie su Castel Sant’Elmo risalgono alla seconda metà del XIII secolo. Dal 1329 vennero avviati i lavori di ampliamento promossi da Roberto d’Angiò e affidati all’architetto e scultore Tino di Camaino, in quel momento attivo nel cantiere della Certosa di San Martino.
Tra il 1537 e il 1547, durante il dominio di Carlo V, il vicerè Don Pedro de Toledo inaugurò la fase di ricostruzione alla quale si deve l’attuale corpo a pianta stellare a sei punte. Nel 1587, quando un’esplosione distrusse gran parte degli edifici sulla Piazza d’Armi, la ricostruzione fu affidata all’architetto Domenico Fontana.
Il Castello fu anche protagonista della Rivoluzione del 1799, quando un gruppo di intellettuali, sulla scia degli ideali della Rivoluzione Francese, conquistò la fortezza proclamando la Repubblica Napoletana. Nel XIX secolo è stato utilizzato come carcere prima dai borbonici e poi dalla Guardia Nazionale. In seguito all’importante intervento di restauro del 1976, Castel Sant’Elmo è diventato sede del Polo Museale della Campania.
A Castel Sant’Elmo si arriva attraverso una camminata nell’elegante quartiere residenziale del Vomero. Arrivati sugli spalti della fortezza, si cammina tra garitte, merlature e feritoie per ammirare tutti i diversi scorci possibili sulla città e sul golfo. In questa cornice di straordinario fascino da vedere assolutamente le attività culturali e gli eventi che spesso animano gli spazi del castello, dall’arte antica fino ai linguaggi della contemporaneità.
Napoli dal Medioevo sino alla fine del Settecento era provvista di un sistema difensivo incredibile, costruito e studiato per difendere e proteggere al meglio la città e il Golfo di Napoli in generale. Castel Capuano, Castel dell’Ovo, Castel Nuovo (Maschio Angioino), Castel Sant’Elmo, Castello del Carmine, Castello di Nisida e il Forte di Vigliena, sono i sette castelli della città. Non tutti si sono conservati al meglio ma un tempo facevano parte di una roccaforte ben studiata, utile alla difesa della città. Un sistema strategico architettato non solo per proteggere Napoli ma per difendere le coste di tutto il Regno.
E i fantasmi? Forse sono solo delle leggende.
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