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Inferno a Beirut: esplosioni in centro. Oltre 100 morti e aria irrespirabile. Il Governo invita a lasciare la città

Libano, forti esplosioni ieri nella zona del porto di Beirut. Sono più di 100 i morti e diverse migliaia i feriti, tra cui due soldati italiani che fanno parte di un’unità del contingente italiano in Libano. Il ministro ha annunciato lo stato di emergenza in tutti gli ospedali della capitale.

Come riporta Repubblica ancora non è chiara la dinamica degli eventi, ma secondo quanto scrive la stampa locale si tratterebbe di più esplosioni, una delle quali avrebbe colpito un magazzino che conteneva materiale esplosivo, di cui non è ancora chiara la natura. Probabilmente un magazzino di petardi e fuochi d’artificio sequestrati dalle autorità doganali del porto a più riprese. Secondo il canale televisivo panarabo Al Mayadeen l’esplosione che è stata sentita anche a Cipro, a 200 chilometri di distanza, sarebbe stata provocata da nitrato di ammonio. Secondo l’agenzia turca Andalu, un palazzo di tre piani nelle vicinanze è crollato a causa della deflagrazione e vi sono persone bloccate sotto le macerie.

Fonti israeliani qualificate, citate da Reuters, hanno sottolineato che Israele non ha alcun legame con le esplosioni avvenute al porto di Beirut. Anche Hezbollah ha dichiarato che la deflagrazione non è stata causata da missili. Nel Paese vi è tensione in vista della pubblicazione venerdì del verdetto del Tribunale speciale per il Libano sull’omicidio dell’ex premier libanese Rafiq Hariri, padre di Saad, ucciso a Beirut il 14 febbraio del 2005 assieme ad altre 21 persone. Il processo vede imputati quattro membri di Hezbollah con l’accusa di “complotto a fini terroristici e omicidio preterintenzionale”.

In serata Donald Trump ha paventato la possibilità che si sia trattato di un attentato terroristico: «Ho incontrato i nostri generali e sembra che non sia un incidente industriale. Sembra, secondo loro, che sia un attentato, una bomba di qualche tipo».

Il ministro della Salute del Libano ha invitato le persone a lasciare la città, se possibile. L’aria contaminata dalle esplosioni potrebbe infatti avere conseguenze anche mortali su chi la respira.

«Lancio un appello urgente a tutti i Paesi fratelli che amano il Libano a stare al suo fianco e ad aiutarci a guarire le nostre ferite profonde» ha detto il primo ministro libanese.

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