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Siria: «Presto sarà strage di bambini», il grido d’allarme dell’Unicef

E’ di ieri la notizia della morte della piccola Iman, un anno e mezzo, morta congelata mentre il padre tentava disperato di portarla in ospedale per una bronchite. Due giorni fa un neonato aveva fatto la stessa fine. Oggi l’allarme lanciato da Andrea Iacomini Portavoce dell’Unicef Italia sui rischi per i bimbi siriani.

«Diciamo le cose come stanno. Il clima freddo presto colpirà di nuovo tutto il Medio Oriente, con temperature che scenderanno sotto lo zero in diverse aree ed ogni inverno i bambini nella regione si ammalano, smettono di andare a scuola e rischiano di morire… Occorre un grande movimento globale e umano di carità o sarà una strage».

«Da anni denunciamo le gravi condizioni in cui versano i bambini profughi interni ed esterni siriani in questo periodo dell’anno. Da anni muoiono tante piccole Iman al freddo e al gelo in fuga dalla peggiore catastrofe umanitaria del pianeta ma sembra ogni volta che escono sui media queste notizie che nessuno sapeva nulla, non è vero!», afferma Iacomini. «E’ evidente che questa guerra come altre non è più nell’agenda del dibattito politico, anzi anche in questo caso siamo di fronte all’ennesimo ‘effetto Aylan’ (il cui corpicino riverso su una spiaggia turca è diventato il simbolo dell’immigrazione verso l’Europa, ndr), ossia tre giorni di commozione e indignazione globale e poi si lasciano morire bambini e bambine come se nulla fosse in quei territori nell’indifferenza generale e senza che nessuno osi dire basta», prosegue il portavoce.

«Milioni di bambini vulnerabili in Egitto, Iraq, Giordania, Libano, Siria, nello stato di Palestina e tra i rifugiati in Turchia avranno poca protezione contro il freddo. Cosa vogliamo fare?… Solo in questi Paesi, ci sono quasi quattro milioni di bambini sfollati e 4,8 milioni di bambini che vivono come rifugiati. Lo scorso inverno, almeno 130 bambini sono morti lungo il tragitto o all’arrivo al campo di Al Hol, nel nord-est della Siria, dopo essere fuggiti da intense violenze a Baghouz e dintorni. Sta accadendo la stessa cosa nella zona di Idlib dove c’è l’inferno», conclude.

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