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Bufera in Cina per Dolce&Gabbana: sfilata annullata e marchio fuori dai negozi online del Paese

Gli stilisti italiani Dolce&Gabbana solo al centro di una bufera internazionale dopo che dei commenti offensivi sulla Cina e sui cinesi erano apparsi sull’account Instagram di Stefano Dolce. Ma c’è di più. I retroscena di questo spiacevole episodio, che lo stesso Gabbana rivela sia dovuto ad un hackeraggio del suo account sul quale sta facendo già condurre delle indagini, vanno ben oltre.

Tutto è iniziato con l’organizzazione di una grande sfilata di moda all’Expo Centre di Shanghai, che avrebbe dovuto offrire alla danarosa clientela cinese del marchio italiano una panoramica delle ultime collezioni, nonché dei capi realizzati a posta per celebrare questo trionfale tributo della moda italiana alla Cina. Ma quando è iniziata la promozione dell’evento, la campagna di comunicazione pare non sia andata giù ai cinesi che l’hanno considerata – ma non solo loro- sessista e razzista. In uno dei tre spot, infatti, che pubblicizzano l’evento si vede una ragazza cinese, dai caratteri alquanto stereotipati, che mangia dei piatti di cucina italiana, spaghetti, pizza e un cannolo, ma invece di usare le posate, usa le bacchette; fuori campo, una voce maschile commenta con frasi a doppio senso l’incapacità della ragazzi di mangiare quei piatti con le bacchette.

Da qui in tanti hanno iniziato a disertare l’evento e presto la sfilata è stata annullata. Tutto ciò, hanno analizzato gli esperti, nuocerà alle tasche dei due stilisti italiani che dal mercato cinese ricavano circa un terzo del loro fatturato, fra vendite online e nelle 44 boutique presenti nel Paese. La società di consulenza Bain ha rivelato che è prevista inoltre una crescita dei guadagni del 46% entro il 2025, e questo perché sono soprattutto i millennial ad essere attratti da questa griffe.

La moda italiana, infatti, è molto apprezzata dai cinesi, una clientela che acquista soprattutto dalle piattaforme di ecommerce di lusso, piattaforme dalle quali già da ieri sono spariti i capi firmati Dolce&Gabbana. Un boicottaggio in piena regola che ha riguardato i tre colossi di moda cinesi Tmall, JD.com e Suning, altri come NetEase Kaola e Ymatou, e Secoo e Vip.com, e Yhd.com.

 

 

 

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