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Una cassaforte ritrovata in fondo al mare e quel tesoro da decine di milioni di euro

Il relitto di una nave affondata, quasi 400 marinai morti e una cassaforte che potrebbe contenere un tesoro del valore di decine di milioni di euro. Sembrano gli elementi di un film hollywoodiano o di un romanzo ottocentesco e invece è quel che resta della nave ammiraglia Re d’Italia, affondata nell’Adriatico nel 1866 nella celebre battaglia navale di Lissa (Vis in croato, ndr) portando con sé nel fondo del mare quasi 400 marinai italiani.

Nel 2005 Lorenzo Marovic e il suo gruppo di sommozzatori aveva localizzato nel mare Adriatico, a largo della costa dalmata, il relitto della nave che il 16 luglio 1866 era salpata da Ancona diretta a Lissa. Quattro giorni più tardi però, il 20 luglio del 1866, una squadra navale austroungarica agli ordini dell’ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff la raggiunse scatenando così la battaglia di Lissa, conclusasi con una drammatica sconfitta della flotta italiana. La Re d’Italia fu speronata e affondata e scomparvero in mare 27 ufficiali e 364 tra sottufficiali e marinai, mentre solo 167 uomini si salvarono.

Oggi lo stesso gruppo di sommozzatori croati, guidati sempre da Marovic, ha localizzato nel relitto della nave ammiraglia Re d’Italia una cassaforte che potrebbe contenere un tesoro da decine di milioni di euro, un carico d’oro del valore di 250 mila lire dell’epoca che sarebbe dovuto servire a coprire i costi del governo provvisorio italiano in Dalmazia, in caso di vittoria della marina italiana sull’Austria durante la Terza guerra d’indipendenza.

La cassaforte è stata localizzata ma nessuno ne conosce il vero contenuto anche perché tutta la vicenda del carico d’oro è sempre stata avvolta da un alone di mistero e leggenda. Marovic ha chiesto ora al ministero della Cultura di Zagabria il permesso di effettuare ancora due immersioni esplorative. «Dato che la Re d’Italia giace a 115 metri di profondità e le immersioni durano anche fino a cinque ore, abbiamo bisogno di un’attrezzatura speciale e di sommozzatori molto preparati» ha detto Marovic.

Se le ipotesi dei ricercatori croati fossero confermate, e la cassaforte dovesse contenere davvero l’oro, tolto il 10% che spetterebbe a chi lo ha recuperato, il resto andrebbe al ministero per i beni culturali croato.

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