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La Cina ritorna al passato. Xi Jinping è presidente a vita: il Congresso vota la riforma

La Cina ritorna ai tempi di Mao Zedong. Poche ore fa il Congresso Nazionale del Popolo cinese ha votato la riforma costituzionale che permetterà all’attuale presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping, di governare il paese a vita. Eliminato, dunque, il limite dei due mandati di 5 anni ciascuno che era stato posto per scongiurare il rischio di una ricaduta nel governo dittatoriale.

Un cambiamento epocale per questo presidente, in carica dal marzo del 2013, che è anche segretario del Partito comunista cinese e presidente della Commissione centrale militare. 2958 sì, 2 no, 3 schede bianche e una nulla, quindi, hanno permesso alla proposta avanzata lo scorso febbraio dallo stesso Partito comunista cinese di proseguire l’iter e di essere votata in tempi abbastanza rapidi.

Ma la riforma non è passata indenne dalle polemiche e dalle critiche anche sul web, subito censurate, da parte di intellettuali e oppositori che hanno scritto delle lettere aperte. E se da una parte emergono i timori di un ritorno al maoismo, dall’altra chi sostiene la riforma ricorda che i limiti temporali riguardano solo la carica di presidente ma non i poteri del Congresso che ne confermerà la nomina.

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