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Singapore, dal 2018 stop a immatricolazioni di auto e moto: “Non c’è più spazio”

Sarà a crescita zero, nelle strade di Singapore, il futuro prossimo di auto e moto. A partire dal febbraio del 2018, nel Paese asiatico, non sarà infatti più possibile immatricolare nuovi veicoli a quattro e due ruote. È l’effetto di una decisione della Lta, l’Autorità singaporiana per i trasporti, che ha «tenuto conto dei vincoli imposti dal territorio e delle esigenze» e, soprattutto, della mancanza di «spazio per un’ulteriore espansione della rete stradale».

Troppe, d’altronde, le centinaia di migliaia di macchine circolanti per una superficie di appena 640 chilometri quadrati divisa in 63 isole, una superficie che, tra l’altro, negli anni a venire, sarà sempre più segnata dai binari: come annunciato dalla Lta, il Governo singaporiano, nel prossimo lustro, investirà 20 miliardi di dollari in nuove infrastrutture ferroviarie, una cifra a cui vanno aggiunti gli 8 miliardi che saranno spesi nel rinnovo delle flotte operative e nelle sovvenzioni contrattuali per gli autobus.

Il tutto per il (comprensibile) disappunto degli affaristi dell’automobile, che, a Singapore, è stata sempre il motore di un vero e proprio business. Per poter possedere e utilizzare una macchina, infatti, nello Stato del sud-est asiatico, c’è bisogno di uno speciale diritto valido per dieci anni e riacquistabile poi all’asta, un diritto che la settimana scorsa, per le sole licenze dei veicoli più piccoli, ha fruttato l’equivalente di 26mila euro.

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