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L’emozione di un contatto ritrovato: in una casa di riposo italiana nasce “la stanza degli abbracci”

La casa di riposo Domenico Sartor a Castelfranco Veneto ha creato una stanza degli abbracci, dove pazienti e familiari possono avere un contatto fisico, pur rimanendo protetti dal Covid. In questa pandemia gli abbracci sono diventati “pericolosi”, ma non per questo non se ne sente la necessità, anzi. Tornare ad abbracciarsi alla casa di risposo Sartor si può: attraverso un telo di plastica, ma il calore del gesto si percepisce e riempie il cuore ugualmente.

In questi mesi di emergenza sanitaria il contatto fisico è stata una delle cose che è mancata di più, soprattutto agli anziani delle case di riposo, spesso soli, che hanno potuto solo vedere i propri familiari attraverso uno schermo di un tablet o un vetro.

Nell’ampio ingresso della struttura saranno predisposte due postazioni denominate “Emozioni dell’abbraccio” dove sarà sperimentata una nuova tecnica che, tramite l’utilizzo di materiale plastico trasparente morbido, consentirà a ospiti e familiari di abbracciarsi e stringersi le mani, pur restando separati e protetti da possibili contagi. Un salone sarà allestito con diverse postazioni, raddoppiando il numero di visite consentite in contemporanea rispetto all’attuale postazione all’esterno, con la costruzione di nuove pareti in vetro che separeranno l’area ospiti dall’area familiari. Al centro della sala, inoltre, è in costruzione anche un “Cubo sensoriale interattivo” che proietterà video e suoni e immagini rilassanti.

Nella commovente foto di Piero Cruciatti, una madre e sua figlia, commosse, che si stringono attraverso un telo di plastica.

 

 

 

 

 

 

 

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