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Oggi è San Francesco, l’Italia festeggia il suo patrono, il “Poverello” di Assisi, il Santo della natura

Il 4 ottobre è la festa del patrono d’Italia, che in realtà morì la sera del 3 ottobre del 1226, ma siccome nel Medioevo si faceva iniziare il nuovo giorno al tramonto, tradizionalmente la ricorrenza della sua morte coincide col 4.

La storia del “Poverello di Assisi” la conosciamo tutti. Figlio di un ricco mercante rinuncia a tutti i suoi averi per dedicarsi a una vita semplice. Francesco ama la natura e vive in armonia con essa tanto da comporre una delle più belle opere che siano mai state scritte per celebrarla: il Cantico delle creature.

La fama di San Francesco per la sua capacità di interagire con gli animali ha generato tanti racconti e leggende, che contribuirono a renderlo una delle figure più amate per i credenti cattolici. La più conosciuta è sicuramente quella del lupo di Gubbio, per la quale in moltissime rappresentazioni San Francesco è raffigurato proprio nell’atto di parlare con un lupo.

Narra la leggenda che un giorno Francesco giunse a Gubbio e trovò un paese in preda al panico: un feroce lupo faceva incursioni nel centro abitato terrorizzando le persone. Così il Santo decise, nonostante tutti glielo sconsigliassero di incontrare la belva e domarla. Gli egubini non credettero ai loro occhi: Francesco si era avvicinato al lupo e dopo avergli parlato dolcemente lo accarezzava mentre l’animale gli posava docile il muso sul ginocchio. Francesco gli aveva assicurato che se si fosse comportato correttamente con gli abitanti del paese, questi gli avrebbero portato da mangiare.

Un’altra volta Francesco incontrò un pastore che aveva due agnellini sulle spalle, li portava al mercato per venderli. Il Santo impietositosi pensando all’ineluttabile destino che attendeva le bestiole, cedette il suo mantello in cambio degli agnellini e salvò loro la vita. In un’altra circostanza, Francesco ricevette in dono una tinca ancora viva, ma anziché cibarsene la liberò in acqua e il pesce non fuggi, rimase nelle vicinanza a fare evoluzioni in segno di gratitudine.

Si dice poi che un giorno avvedutosi del fatto che un lupo aveva strappato via un neonato alla mamma per mangiarlo, Francesco chiamò a raccolta un gran numero di anatre e chiese loro di inseguire il lupo. Quelle ubbidirono e dopo qualche ora restituirono il neonato alla madre. E ancora si racconta che poche ore prima di morire San Francesco sentì il desiderio di recitare un’ultima il Cantico. E nonostante fosse tarda sera e le allodole a quell’ora non cantano, si narra che improvvisamente il Santo venne circondato da un gran numero di allodole che con il loro armonioso canto accompagnarono Francesco nella sua ultima dichiarazione d’amore per la natura.

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