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Novara: smascherata psicosetta del sesso con schiave bambine

Si faceva chiamare “il Dottore” e, da 30 anni, veniva venerato come un Dio. E’ stato il racconto di una delle vittime, una ragazzina, a dare il via alle indagini che, in 2 anni, hanno permesso di scoprire la “psicosetta” operativa da circa 30 anni che tra adepti e vittime ha avvicinato decine di persone, compiendo torture sessuali anche su minorenni.

Come riporta Repubblica, le prescelte, tutte giovanissime e anche bambine, spesso di ambienti facoltosi, avvicinate tramite psicologhe, scuole di danza o erboristerie, venivano indottrinate con “pratiche magiche”, pratiche sessuali “spesso estreme e dolorose, vere e proprie torture” per “annullare “l’io pensante” e isolarle dal mondo esterno.

Le “prescelte”, o “bestie”, come gli adepti si chiamavano tra di loro, giovani, anche bambine come nel caso della denunciante, entravano nella setta con “pratiche magiche”, come venivano spacciate anche alcune pratiche sessuali, torture che permettevano di “accendere il fuoco interiore”, un passaggio costretto per entrare in un “mondo magico, fantastico e segretissimo”. Poi una volta dentro la setta, l’organizzazione si occupava della loro vita privata e professionale, scegliendo gli studi da intraprendere o il lavoro. Anche i familiari venivano inglobati e costretti a rispettare quanto deciso dal “Dottore”, altrimenti venivano minacciati di rompere ogni rapporto.

Così le adepte erano isolate dal mondo esterno, tanto che la setta diventava l’unico sostegno economico e morale. Il “Dottore” gestiva ogni movimento delle adepte dalla sua abitazione del Novarese, anche se vivevano nei diversi appartamenti e locali riconducibili alla setta, tra le province di Milano e Pavia. Proprietà che riuscivano a permettersi perché i membri erano tenuti a fare versamenti di denaro per mantenere il loro stile di vita agiato, per questo venivano scelti tra persone facoltose. E nessuno poteva ritenersi completamente immune, tra gli adepti anche ragazze “dal livello culturale molto elevato ed apparentemente esenti da condizionamenti esterni, rischiavano di essere annesse alla setta qualora individuate come “prede””. E così succedeva da metà degli anni 80.

 

 

 

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