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Scienziati divisi su affermazioni di Zangrillo, tanti confermano che il virus è più debole

Durante la trasmissione “Mezz’ora in più” di Lucia Annunziata, alla quale partecipava anche il Governatore Solinas, il professor Alberto Zangrillo, per rispondere alle regioni che chiedono una certificazione ai turisti in arrivo nei propri territori, ha affermato che ormai il coronavirus non esiste più.

Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Terapia Intensiva e Rianimazione Generale, al San Raffaele di Milano, ha dichiarato che la carica virale del Covid-19 si è indebolita talmente tanto da risultare infinitesimale rispetto a quella che possedeva un mese fa. Questa affermazione ha scatenato forti polemiche e preoccupazione da parte di molti suoi colleghi soprattutto esponenti del Comitato tecnico scientifico.

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico scientifico. In particolare ha preso le distanze dal collega e si è detto sorpreso e sconcertato per le sue affermazioni. Luca Richeldi, un altro membro del comitato tecnico scientifico e direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma, ha definito pericolose le affermazioni di Zangrillo , visto che il virus continua a circolare in Italia.

C’è chi sostiene che se adesso la situazione è sotto controllo è grazie agli effetti del lockdown, ma che affermare che il virus sia scomparso è rischioso perché induce gli italiani a prestare meno attenzione al distanziamento e all’uso delle mascherine, di questa opinione la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa.

Ma ci sono anche scienziati che per quanto invitino comunque alla cautela e a continuare a rispettare le norme anticontagio, confermano che il virus si è notevolmente indebolito.  Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Igiene Generale applicata e direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, confermano che il virus adesso è molto meno aggressivo. Secondo i due scienziati ospiti ieri di Giletti a “Non è l’arena” non si tratterebbe degli effetti del lockdown e nemmeno del fatto che ora si interviene prima e si hanno migliori conoscenze sulla malattia, ma a rendere più gestibile l’epidemia sarebbe una mutazione del virus che lo renderebbe meno aggressivo.

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