Site icon www.vistanet.it

Governo a un passa dal baratro. Salvini: “Subito al voto”. Conte: “Salvini spieghi le ragioni della crisi”

È iniziata ieri notte, o forse molto prima, la più importante crisi dell’attuale governo in carica. Le tensioni tra gli alleati, Lega e M5S, sono arrivate forse a un punto di non ritorno.

«Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori. Inutile andare avanti a colpi di no e di litigi, come nelle ultime settimane, gli italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di “Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni» queste le parole di Salvini da cui è scattata la scintilla della polemica politica. Il concetto è stato poi ribadito con forza durante un comizio a Pescara. 

«Ho già chiarito a Salvini che farò in modo che questa crisi da noi innescata sia la più trasparente della storia della vita repubblicana – ha replicato il premier Giuseppe Conte in serata -. Spetterà a lui, nella sua veste di senatore, spiegare al Paese e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento le ragioni che lo portano a interrompono bruscamente” l’azione di governo. Ieri e questo pomeriggio è venuto a parlarmi e mi ha anticipato l’intenzione di interrompere questa esperienza di governo e di andare a votare per capitalizzare il consenso di cui la Lega gode attualmente».

«Questo governo ha sempre parlato poco e lavorato molto – ha precisato il premier -. Questo governo da me coordinato si è adoperato incessantemente per realizzare innumerevoli progetti di riforma a beneficio di tutti gli italiani. Non accetterò più quindi che vengano sminuiti la dedizione, la passione con cui gli altri ministri, tutti i viceministri, tutti i sottosegretari, insieme a me, hanno affrontato l’impegno di governo. E non posso accettare che sia svilito il cospicuo lavoro svolto dai parlamentari».

«C’è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari – ha aggiunto Di Maio -. È una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e mandiamo a casa 345 vecchi politicanti. Se riapriamo le Camere per la parlamentarizzazione, a questo punto cogliamo l’opportunità di anticipare anche il voto di questa riforma, votiamola subito e poi ridiamo la parola agli italiani. Il mio è un appello a tutte le forze politiche in Parlamento: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi voto».

Exit mobile version