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Minacce di morte e insulti sessisti contro Alessandra Vella, il giudice che ha scarcerato Carola Rakete

Alessandra Vella, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento che non ha convalidato l’arresto del comandante della Sea Watch, Carola Rackete, è stata subissata dalle offese sui social. Insulti, minacce di morte e commenti sessisti. A riportare la notizia è TgCom. Una gogna mediatica che ha portato il magistrato a disattivare il suo profilo Facebook. “Putt…a, ti ammazziamo, Ti piacciono i negri, Putt…a comunista, ti verremo a cercare e perderai il sorriso per sempre, Il gip di Agrigento si chiama Alessandra Vella. Colpirne uno per educarne cento. Domani provo a investirla con la macchina mentre corro a salvare vite umane. Sapete da chi andare”: questi sono solo alcuni dei commenti apparsi in rete.

La polizia postale è al lavoro per identificare i profili in questione. Mentre i togati del Csm – in seguito alle critiche di Matteo Salvini, che ha accusato Vella di fare politica, e l’ha invitata a lasciare la toga e a candidarsi con il Pd – hanno chiesto di aprire un fascicolo a tutela del giudice.

Chi è Alessandra Vella – Alessandra Vella viene descritta negli ambienti del Palazzo di Giustizia di Agrigento come un giudice rigoroso, che non ha mai amato la ribalta né le interviste, che si è sempre mostrata assolutamente imparziale e ha mantenuto nella sua attività di magistrato un profilo basso evitando qualunque polemica. Originaria di Cianciana, un piccolo paese della provincia di Agrigento, 43 anni, dopo essersi laureata a Roma è stata gip prima a Caltanissetta e poi, dal 2013, ad Agrigento. Stimata dai colleghi, è stata anche presidente della sottosezione agrigentina dell’Anm.