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Omicidio di Desiree: “Meglio che muoia”. Le sconvolgenti testimonianze

L’unico tentativo che hanno fatto per salvarle la vita, è stato somministrale “acqua e zucchero, poi quando hanno visto che stava diventando cianotica la hanno messa su un divano, dopodiché moriva”. Come riporta TgCom, qualcuno avrebbe pure detto: “Meglio che muoia questa tossica“. E’ il racconto choc fatto da una delle persone presenti all’interno dello stabile abbandonato di via dei Lucani, a San Lorenzo, dove ha trovato una morte orribile la povera Desirèe.

Dal verbale degli interrogatori e dall’audizione dei testimoni, emerge una squallida e terribile vicenda che ha come unica vittima la 16enne di Cisterna di Latina. E’ il teste Di Leo, secondo quanto riportano il Messaggero e il Tempo, a fare le dichiarazioni più pesanti: “Un giovane africano di cui non ricordo il nome mi ha confidato che lui si trovava dentro al capannone… avrebbe visto Desirée deceduta con gli abiti strappati. Mi diceva che alla sua presenza la giovane si è sentita male quindi le hanno dato acqua e zucchero poi visto che diventava cianotica veniva adagiata su un devano e moriva”. Addirittura qualcuno presente, compreso che per la 16enne non c’era più nulla da fare, avrebbe esclamato: “Ma che muoia pure ‘sta tossica”.

Un altro dei presenti ha detto agli inquirenti di essere entrato “all’interno dello stabile, ho sentito una ragazza che piangeva e urlava frasi come: “Voi l’avete uccisa, voi l’avete violentata” e si rivolgeva a tre uomini chiamandoli per nome: Pako, Sisko e Ibrahim”. I pm non hanno dubbi. Nel decreto di fermo scrivono che Desirée sarebbe stata “prima drogata e poi sottoposta a ripetuti rapporti sessuali non consenzienti“, come provato anche da “varie lesioni riscontrate sul corpo e sulle parti intime”. Dodici ore di agonia che l’avrebbero portata alla morte. Intanto gli inquirenti sono tornati per nuovi sopralluoghi nello stabile degli orrori, dove la sedicenne è morta. Secondo la ricostruzione della procura, da quasi due settimane Desirée frequentava quel luogo di degrado, dove si procurava la droga e la consumava. Nel pomeriggio del 18 ottobre Desirée era tornata in via dei Lucani in cerca di droga e lì ha incontrato il gruppo e ha chiesto loro sostanze da consumare lì, come era già avvenuto in passato.

Si terranno in mattinata nel carcere di Regina Coeli gli interrogatori di convalida e garanzia per le tre persone fermate a Roma. Intanto ha passato la sua prima notte in cella, a Foggia, Yusif Salia, il quarto straniere arrestato. Anche il quarto uomo è accusato, come gli altri, di omicidio, violenza sessuale e cessione di stupefacenti. Salia, senza permesso di soggiorno come gli altri tre, aveva con sè 11 chilogrammi di droga e una pistola giocattolo e si era rifugiato in una baracca vicino al Centro di accoglienza richiedenti asilo di Foggia. I detenuti di Regina Coeli, Mamadou Gara, 27 anni, Brian Minteh, 43 anni, entrambi senegalesi, e il 46enne nigeriano Chima Alinno, compariranno davanti alla gip Maria Paola Tomaselli per gli interrogatori.

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