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(FOTO e VIDEO) 16 marzo 1978: 40 anni fa la strage di via Fani e il rapimento di Aldo Moro

16 marzo 1978: 40 anni fa la strage di via Fani e il rapimento di Aldo Moro.

Alle 9.05 la strage e il rapimento dell’onorevole Moro erano già stati compiuti: cinque uomini della scorta del leader democristiano furono uccisi nel corso di un’operazione del gruppo terroristico Brigate Rosse.

Il capo scorta, maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi, l’appuntato Domenico Ricci e tre agenti di polizia: Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino vennero crivellati di colpi da un commando delle BR.

Chi e quante persone esattamente abbiano partecipato all’operazione rimane ancora oggi poco chiaro. Sappiamo per certo che parteciparono 11 brigatisti, tra cui almeno due donne. Sappiamo anche che tutti avevano tra i 23 e i 31 anni. Ma non è impossibile che all’attacco abbiano partecipato fino ad altre due persone, mai scoperte e che i loro compagni hanno poi voluto proteggere. Il piano fu minuziosamente preparato.I brigatisti erano travestiti. Come ricorda “Il Post” quella mattina tutti e quattro indossavano divise dell’Alitalia: oltre a dargli una ragione plausibile per rimanere lì – sembravano piloti in attesa del pulmino per l’aeroporto – consentivano anche un altro beneficio: i lunghi impermeabili e i borsoni da viaggio permettevano di nascondere facilmente mitra e giubbotti antiproiettile.

L’azione durò pochi secondi. L’autista di Moro fu centrato da otto colpi; il capo della scorta, il maresciallo Leonardi, da nove. Morirono entrambi senza avere il tempo di prendere le armi. A quella distanza, e con Moro seduto sui sedili posteriori dell’auto, non c’era rischio di sbagliare bersaglio. Altri colpi centrarono l’auto della scorta, uccidendo due agenti.

Le armi dei due brigatisti che avevano il compito di neutralizzare la scorta nella seconda auto si incepparono. Uno degli agenti a bordo, Iozzino, riuscì a uscire, a tirare fuori la sua pistola d’ordinanza e sparare due colpi. Tutti e quattro i brigatisti a quel punto si voltarono su di lui e iniziarono a sparare, chi con i mitra chi con le pistole. Iozzino fu colpito 17 volte e morì sul colpo. In tutto furono esplosi 91 colpi, di cui 45, il 49 per cento del totale, raggiunsero gli agenti.

Subito dopo i brigatisti si avvicinarono all’auto di Moro, aprirono la portiera e lo portarono fuori. Il politico democristiano rimase detenuto per 55 giorni, poi fu ucciso. La pagina più nera della Repubblica Italiana.

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