Archeologia, un ragazzo tredicenne in Germania trova il tesoro di un re vichingo
Il ritrovamento è avvenuto sull'isola tedesca di Ruegen, nel mar Baltico. Rinvenute circa 600 monete, perle, bracciali anelli e addirittura un martello di Thor.
Archeologia, un ragazzo tredicenne in Germania trova il tesoro di un re vichingo.
Il ritrovamento è avvenuto sull’isola tedesca di Ruegen, nel mar Baltico. Rinvenute circa 600 monete, perle, bracciali anelli e addirittura un martello di Thor.
Un ritrovamento eccezionale, eppure del tutto casuale, quello fatto sull’isola tedesca di Ruegen, nel mar Baltico, da un ragazzino tredicenne Luca Malaschnitschenko, appassionato di archeologia, come riporta un articolo di Arte Magazine.
Accompagnato dall’archeologo dilettante René Schoen, nel mese di gennaio, il giovane con l’ausilio di un metal detector ha trovato quello che apparentemente sembrava un semplice pezzo di alluminio. Un esame più accurato ha invece rivelato che quel pezzo di metallo era invece una moneta d’argento. Da lì sono cominciati, da parte delle autorità archeologiche tedesche, gli scavi su un’area di circa 400 metri quadrati, che hanno portato al rinvenimento di un vero e proprio tesoro. Si tratta per l’appunto del tesoro del re vichingo Arnoldo I Dente Azzurro, ovvero Harold Bluetooth (dal quale la Ericsson si è ispirata per l’omonima tecnologia), noto anche per aver unificato il regno di Danimarca e introdotto il cristianesimo nel Paese.
Dagli scavi sono emerse circa 600 monete, perle, bracciali anelli e perfino un martello di Thor. Le monete, per la maggior parte risalgono appunto al periodo di Re Arnoldo (910-987 d.C.) mentre alcune sembrano essere ancora più antiche e provenienti da terre lontane.
Secondo gli esperti il tesoro potrebbe essere stato nascosto dallo stesso re nel momento in cui fu costretto alla fuga verso la Pomerania, in seguito alla rivolta capeggiata dal figlio Sweyn.
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“Da quassù la Terra è bellissima”: 12 aprile 1961, Yuri Gagarin nello spazio
Si celebra oggi l'anniversario del volo nello spazio più famoso della storia.
Un viaggio che sancì un momento fondamentale della storia dell’Uomo, quello ricordato oggi con la Giornata internazionale del volo dell’uomo nello spazio, istituita dall’Unesco per ricordare la storica orbita ellittica percorsa dall’astronauta russo in quell’indimenticabile 12 aprile 1961. Anche il Planetario dell’Unione Sarda partecipa quindi alla “Yuri’s Night”, l’evento internazionale realizzato per la celebrazione dell’anniversario. L’appuntamento è fissato per questa sera alle ore 19, a cura dell’astrofisico Manuel Floris, che ricostruirà lo storico viaggio nella Sala del Planetario.
«Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini». Con queste parole, passate alla storia, un commosso Gagarin raccontava quell’enorme sfera blu, vista dalla Vostok 1, la prima missione aerospaziale russa con equipaggio umano. Sconvolgenti, per quegli anni, i numeri del volo: l’astronauta russo passò infatti tra le stelle ben 108 minuti, percorrendo un’orbita ellittica alla velocità di circa 27 mila chilometri orari, in uno straordinario viaggio conclusosi con l’atterraggio nei pressi della città di Takhtarova. Un’impresa che si inseriva nel contesto di un’accesa rivalità, che vedeva contrapposti Russia e USA in quella che passò alla storia come “la corsa allo spazio”. Un passo storico, fortissimamente voluto dalla potenza sovietica, che vi arrivava dopo infiniti studi e tentativi, a distanza di soli quattro anni dal coraggioso esperimento che era stato lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale della storia, cui pochi mesi dopo seguì la missione Sputnik 2, con a bordo Laika, la celeberrima cagnolina siberiana.
Il viaggio sancì l’inarrestabile ascesa di Gagarin, dal conferimento dell’Ordine di Lenin, massima onorificenza sovietica, fino al battesimo di un asteroide, al quale diede il proprio nome. Per gli appassionati, imperdibile la pellicola First Orbit – The movie, film che ripercorre lo storico volo.
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