A scuola in ritardo? Paghi due euro. Il curioso provvedimento arriva al Liceo Pitagora di Selargius
Sei arrivato in ritardo? Paghi due euro. Questa la formula attuata da circa un mese al Liceo Scientifico Pitagora di Selargius, dove agli studenti ritardatari è richiesto il pagamento di euro.
“I ritardatari, ad eccezione dei pendolari autorizzati, dovranno attendere nell’atrio e verranno affidati, per l’assistenza, alla cura degli operatori, ed entreranno in classe alla seconda ora. Le spese per l’assistenza saranno a carico delle famiglie”. Così recita l’articolo 4 del regolamento d’Istituto del Liceo Scientifico Statale Pitagora, a Selargius, dove da circa un mese vige una regola senz’altro curiosa: chi arriva in ritardo ha quindici giorni di tempo per pagare, tramite bollettino postale, i due euro previsti dalla circolare n. 153.
«Il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei docenti in prima istanza, quindi dal Consiglio d’Istituto. Nessuno, né fra gli alunni né fra i genitori, si è finora lamentato», spiega il Dirigente Salvatore Angius, raccontando una scelta che, di certo, appare quantomeno curiosa. «Siamo anzitutto educatori, e questo provvedimento sono certo che, nel lungo termine, ridurrà al minimo i ritardi. Un atto di scorrettezza verso i docenti e gli stessi allievi, i cui genitori pagano per avere ore di lezioni complete, e non continuamente interrotte dall’ingresso dei compagni». Un sistema che, a detta del Preside, già esiste in numerosi altri istituti d’Italia. Ma dove vanno a finire i soldi così raccolti? «C’è una persona, impegnata nella nostra biblioteca, che si occupa in queste circostanze della sorveglianza. Questo è un modo per riconoscerne l’impegno extra». Non esiste quindi, secondo Angius, un intralcio etico nell’impiego del denaro, dato l’impiego di una modalità che «di certo non è nata con l’intento di rimpinguare le casse della scuola, dato l’importo meramente simbolico. Si tratta soprattutto di un deterrente».
Non è la prima volta comunque che nell’Isola si sente parlare di sistemi poco ortodossi. Emblematico è il caso dell’Istituto Ciusa di Nuoro, dove agli studenti ritardatari è richiesto invece un impegno “più fisico”: qui infatti la “punizione” si sconta lavorando la terra, curando il giardino dell’Istituto nell’ambito del progetto “Un milione di alberi”.
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