Conferma della chiusura dei poligoni dal 1 giugno al 30 settembre, istituzione di osservatori ambientali indipendenti nelle aree interessate da servitù militare, accordi per stimolare ricerca e innovazione oltre alle mere esercitazioni e la convocazione di un tavolo tecnico per stabilire modalità ed entità degli indennizzi economici a favore dei Comuni e la dismissione degli immobili considerati superflui per il Ministero della Difesa. Sono questi i punti dell’accordo tra Regione Sardegna e il Ministero della Difesa sulle servitù militari illustrati dal presidente Pigliaru in Consiglio Regionale.

«Abbiamo concluso un lungo, a volte faticoso, lavoro con la Difesa – ha spiegato Pigliaru -. Il nostro lavoro è iniziato all’indomani dell’approvazione, all’unanimità, dell’ordine del giorno del Consiglio regionale che si è tenuto il 17 giugno 2014 e che precedeva di pochi giorni la mia partecipazione alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari. In quell’occasione abbiamo discusso, per la prima volta in questa legislatura, di presenza militare nell’Isola e di quanto essa gravi sulla popolazione di una regione che contribuisce per oltre il 60% del totale nazionale».

Che i nomi di tante strade del centro raccontino aspetti affascinanti della storia di Cagliari è di certo cosa nota. Spesso, passeggiando qua e là, ci si sofferma davanti alle vecchie targhe delle vie, riportanti spesso le antiche denominazioni.

Così, nel quartiere Marina, esisteva la “via degli Invalidi”, ovvero una parte dell’attuale centralissima via Sardegna. Quest’ultima infatti era costituita da dall’unione di vie diverse, e sembra che iniziasse dalla porta di Sant’Agostino, in quello che oggi è il centralissimo Largo Carlo Felice.

Il tratto iniziale era dunque la via degli Invalidi. Sino al XVIII secolo infatti era in questa parte della città che gli invalidi militari trovavano ospitalità.