A Cagliari il presidente della Regione Francesco Pigliaru si prepara ad accogliere il leader autonomista della Corsica Gilles Simeoni. Il confronto della visita istituzionale in programma per domani sarà imperniato su temi importanti, legati a filo doppio filo dalla stessa condizione di insularità che caratterizza la Sardegna e la Corsica.
E non è un caso se tra la delegazione in arrivo dall’isola gemella vi siano i consiglieri esecutivi ( corrispondenti ai nostri assessori regionali) che si occupano di temi decisamente rilevanti anche per le sorti della Sardegna: Jean-Félix Acquaviva (Trasporti e montagna), Fabiana Giovannini (Agenzia Urbanistica e pianificazione territoriale), Jean-Christophe Angelini (Sviluppo economico) e Saveriu Luciani (lingua e cultura corsa, gestione idraulica).
Al di là della portata istituzionale dell’iniziativa, punteggiata da incontri bilaterali e da una doverosa visita ai giganti di Monte Prama, nuovi monumenti dell’orgoglio “nazionale”, balza agli occhi che l’incontro in programma per domani, rappresta l’occasione per un confronto politico su tematiche di strettissima attualità e soprattutto per una rivisitazione del ruolo delle due isole in Europa.
Ma c’è un grande assente nel dibattito politico che sta caratterizzando le vicende politiche regionali, un dibattito a volte durissimo che si consuma polemicamente tra continuità territoriali fallite e sviluppo negato. Questa assenza ha il volto familiare dei Quattromori, simbolo identitario della nostra Isola ed emblema del partito autonomista sardo per eccellenza. Il Psd’az, che certo si muove negli angusti margini dell’opposizione in regione e paga i postumi della guerra intestina che recentemente ha lacerato il movimento, ancora non ha fatto sentire la sua voce. E sono in molti ad attendere una sua netta presa di posizione.
Il fatto è che il Psd’az sembra sparito dalla circolazione. E sì che i temi che hanno caratterizzato per lungo tempo la pagina più gloriosa dell’autonomia sarda e di cui il partito sardo d’azione fu tra i principali attori, dovrebbero essere scritti nel suo dna. A maggior ragione in un momento come questo momento che vede la Sardegna, stretta tra i mille lacciuoli di Bruxelles e Roma, impegnata faticosamente a cercare di dare nuova linfa alla propria identità. Azione che non può certo prescindere dalla valorizzazione della lingua e cultura sarda, dallo sviluppo di un sistema dei trasporti efficiente e dall’utilizzo sostenibile del proprio territorio. Più che un appunto o un accusa, quindi questo è un invito pressante: Psd’az , se ci sei batti un colpo.
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