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Momento storico per la Sardegna: il primo prelievo multiorgano a cuore fermo nell’Isola

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Immagine di repertorio

Lo scorso venerdì, l’ospedale Santissima Annunziata di Sassari ha compiuto un’importante svolta per la sanità sarda, realizzando il primo prelievo multiorgano da donatore a cuore fermo. Durante l’intervento sono stati prelevati fegato e reni, successivamente trasferiti a pazienti in attesa a Roma e Padova. Questo risultato segna l’ingresso della Sardegna in un programma nazionale già attivo in altre regioni italiane.

L’assessore alla sanità Armando Bartolazzi ha commentato con soddisfazione: “Questa nuova procedura ci permette di aumentare il numero di donatori, offrendo una risposta più adeguata alle necessità dei pazienti in attesa di trapianto, non solo nell’isola ma anche a livello nazionale.” Il via libera alla tecnica è stato dato con la delibera regionale del 7 agosto, che ha ufficialmente inserito la Sardegna nella rete di trapianti nazionali con donatori a cuore fermo controllato.

Bartolazzi ha inoltre aggiunto: “La Sardegna si inserisce ora tra le regioni più avanzate in questo campo, rafforzando la sua posizione nel panorama dei trapianti grazie all’esperienza maturata nel settore.” L’ARNAS Brotzu e l’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari sono stati individuati come i centri di riferimento per questa innovativa procedura, grazie alla loro lunga tradizione e competenza trapiantologica.