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Accadde Oggi. 7 ottobre 2002, ci lasciava Pierangelo Bertoli: addio alla voce italiana di “Spunta la luna dal monte” dei Tazenda

Pierangelo Bertoli

Pierangelo Bertoli

Un pezzo di storia della musica italiana se ne andava quel 7 ottobre 2002. L’aria si fece più pesante e le note, pur restando, sembrarono perdere un po’ del loro battito più ribelle. La causa, un inesorabile tumore ai polmoni, aveva spento la voce roca e tagliente di un maestro, lasciando un vuoto profondo nel panorama culturale del Paese.

L’Italia si risvegliava orfana di un cantautorato italiano schietto e senza filtri. La notizia della scomparsa di Pierangelo Bertoli non lasciò indifferente nessuno di coloro che amavano la vera canzone d’autore. Bertoli, con la sua inconfondibile presenza scenica e la chitarra sempre al suo fianco, aveva saputo raccontare l’Italia e le sue contraddizioni con una lucidità rara, guadagnandosi il rispetto di critica e pubblico ben oltre i successi da classifica.

Il cordoglio non fu limitato a un solo luogo. Sebbene nato e legato alla sua terra emiliana, l’onda emotiva travolse l’intera penisola. In particolare, la Sardegna manifestò un affetto speciale per l’artista. Questa terra, con il suo carattere fiero e a tratti isolano, riconosceva in Bertoli un’anima affine, un uomo che aveva fatto della sua condizione fisica, e della sua ostinazione a non arrendersi, un potente strumento di espressione e lotta sociale.

La sua opera, intrisa di tematiche civili e personali, resta un faro per le generazioni future. Non un’icona patinata, ma un artista vero, la cui eredità risiede nella coerenza tra vita e arte. L’Italia e il mondo della cultura piangevano un gigante discreto, ma il suo canto, quello, non si è mai fermato. Restano le sue canzoni, testimonianza indelebile di un uomo che, anche quando la salute lo ha abbandonato, non ha mai smesso di lottare e cantare la vita

Era nato a Sassuolo nel 1942, un “cantastorie”, come definito da qualcuno, che con le note raccontava e criticava società, politica e mondo. Dalla sua sedia a rotelle, costrettovi da una poliomielite che lo colpì da bambino, la sua voce si levava a pungere, a criticare, ad aggredire laddove ci fosse necessità.

Pierangelo Bertoli e Tazenda- Spunta la luna dal monte  - Sanremo '91

Bertoli amava il suo dialetto, massima espressione identitaria della sua terra, e negli anni Settanta un album di brani tutti sassolesi ne è stata la dimostrazione. Nel 1979 “A muso duro” è stata la voce sociale di un’artista, con trascorsi nel partito Comunista, sempre attentissimo alle dinamiche della società italiana e ai suoi difetti.

Il 1980 invece è stato l’anno di “Certi momenti”, album in cui il brano omonimo ha affrontato il delicato tema dell’aborto. Cosi come quello del tradimento coniugale,  con “Pescatore”, interpretato con una giovanissima Fiorella Mannoia. Le barriere architettoniche e ogni forma di impedimento alla quotidianità di chi, come lui, era condannato su una sedia a rotelle, erano sempre obiettivo contro cui lottare.

La Sardegna ricorda Bertoli per quella sua magistrale interpretazione, al Festival di Sanremo 1991, di “Spunta la luna dal monte” insieme ai Tazenda di Andrea Parodi. Del brano, intitolato originariamente Disamparados, Bertoli ha curato la parte in italiano, con un successo senza tempo. Il suo impegno di cantante e critico della società è continuato sino alla fine. Quando, sofferente di tumore ai polmoni, morì a in una clinica di Modena il 7 ottobre 2002.