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Fede e devozione, San Bartolomeo ritrova la tradizionale processione

L’ultima volta è stata nel 2008. A Cagliari, San Bartolomeo e la sua comunità hanno ritrovato dopo tanti anni la festa e la tradizionale processione per il loro patrono. Simulacro issato su un carro trainato dai buoi, accompagnato dalla banda musicale e dai gruppi folk, il protettore di macellai e beccati, secondo la tradizione, ha attraversato diverse vie del rione, tra via Vergine di Lluc, Quartiere del Sole, La Palma e zona Poetto. Per poi fare ritorno alla sua chiesa, ai piedi di Calamosca, per la benedizione solenne e la messa.

Un appuntamento che è mancato per 15 anni. A spiegarlo è don Antonio Sconamila, parroco di San Bartolomeo per la seconda volta. La prima, dal 1999 al 2008, quando i riti erano ancora vivi, prima del suo trasferimento a Verona. Poi il lungo stop della festa, con la complicità della pandemia di Covid-19 nel biennio 2020/21. Sino al ritorno del parroco nello scorso ottobre 2023. “Riprendiamo con lo stesso spirito”, le parole del sacerdote prima dell’inizio della solenne processione.

Secondo la tradizione cagliaritana, San Bartolomeo è protettore di macellai e beccati, già a partire dalla nascita dei gremi nel periodo spagnolo. La chiesa anticamente, di fronte a una delle più antiche fontane di Cagliari, ospitava i pellegrini che arrivavano da Cagliari. Dal ‘700 e sino al ‘900 la processione partiva dalla chiesa di Sant’Anna, alla quale San Bartolomeo era collegiato, e sul colle di Sant’Elia si svolgeva una mangiata di carne offerta da is carnazzeris, i macellai devoti al santo. Una tradizione morta  dopo nel secondo Dopoguerra. Dal 2000 poi la venne festa ripresa come un tempo, con la solenne processione tra le vie rione, Quartiere del Sole, la Palma e la parte moderna del rione, quella vicino allo stadio. Sino al secondo fermo.

Dopo un lungo stop, quest’anno la ripresa. Una celebrazione anticipata già dallo scorso 9 agosto dal Festival Letterario di San Bartolomeo, insieme a una serie di iniziative culturali e musicali.

Negli anni, il festival è stato occasione  di presentazione di libri scritti da autori sardi o inerenti alla Sardegna. Appuntamenti che arriveranno sino al prossimo mese di settembre.

Una ripartenza semplice dunque, in questo 2024. A precedere il carro trainato dai buoi e il simulacro, il gruppo folk S’Acua e Dolus di Settimo San Pietro. Dietro, la banda musicale San Giuseppe di Pirri. In coda all’officiante, e ai sacerdoti delle diverse parrocchie tra Bonaria e Poetto, i tanti fedeli che hanno ritrovato un un appuntamento di fede e devozione. Sempre più numerosi man mano che la processione ha attraversato le diverse strade della zona. Presenti anche i cavalieri di Caddhos e diverse autorità militari. Sino al ritorno in parrocchia. Sino a non pochi anni fa c’erano i fuochi d’artificio. Quest’anno assenti per motivi di ordine pubblico.

“Come un tempo, ho chiesto un contribuito ai macellai della città per pagare le spese della festa”, spiega don Sconamila, “e tra le iniziative abbiamo fatto cene a pagamento, pesche miracolose, lotterie, vendite di magliette e cappellini”.

Dopo tanto tempo la ripresa non è facile. “Alcuni che c’erano oggi non ci sono più e la vita è cambiata. Ma senz’altro il prossimo anno sarà molto meglio. C’è bisogno di manodopera e tanti giovani. Bisogna avere pazienza e compito del sacerdote è quello di seminare”.

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