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Samuele Usai, da Monastir a Hollywood. Il set dresser delle star si racconta: «Un sogno avverato»

«Da una partita di calcetto fra amici, ero passato a giocare in Serie A».

Samuele Usai, 38enne originario di Monastir, negli ultimi vent’anni ha vissuto come cittadino del mondo, imparando fluentemente tre lingue oltre l’italiano e arrivando fino agli studi cinematografici inglesi Pinewood.

Basti sapere che lavora come set dresser per alcuni dei film più importanti a livello internazionale. Tutto parte con La Sirenetta, live action da girare proprio nell’amata Isola di Usai: è proprio con Walt Disney che inizia il suo percorso hollywoodiano: «Essendo sardo e sapendo parlare la lingua locale, la produzione Scallop di Walt Disney mi ha scelto per il ruolo di set dresser durante il primo colloquio.»

Ma in che film ha lavorato? E soprattutto, come è arrivato all’apice?

Tutto parte quando Samuele si diploma, una ventina d’anni fa, e la valigia non tarda ad arrivare.

«I miei mi regalarono un viaggio a Santo Domingo con due miei amici: da lì la mia vita è cambiata. Tornai a casa pronto a ripartire con voglia di scoprire e assaporare il MONDO! I miei genitori, grandi viaggiatori da sempre, mi supportarono. Presi il computer, mandai il mio curriculum ad un’agenzia di animazione turistica all’estero, feci il provino di 3 giorni e il 28 Novembre 2004 mi chiamarono: “Sei stato preso, parti per l’Egitto.” E dai lì solo una gioia immensa.»

Ma Usai non si ferma qui: infatti lavora in Egitto, in Grecia, in Spagna, nelle Canarie, in Repubblica Dominicana e non solo.

«Mettere piede nel sud dell’Egitto, a Mars Alam, in mezzo al deserto, è stato un po’ confusionale, perché appunto lo paragonai a Santo Domingo: quella sensazione durò pochissimo perché trovai un bel gruppo e il lavoro mi distrasse subito.»

Gli manca la famiglia ma l’eccitazione di una nuova sfida lo entusiasma tanto da mettere anima e corpo in quello che fa. «Il mondo dell’animazione mi ha dato tanto, è grazie a questo lavoro che sono l’uomo che sono oggi. Ho imparato a parlare diverse lingue, conoscere culture e persone nuove ed ovviamente esplorare posti nuovi.»

Ma non solo: impara tanto anche a livello personale ed artistico. Del resto, lavora nei migliori resort del mondo, con team di 10-16 persone a cui è a capo.

«Durante il giorno si facevano attività di sport e intrattenimento, mentre la sera organizzavo un programma bisettimanale in teatro tra musical, cabaret e dance shows. Proprio da queste esperienze lavorative nacque la passione per lo spettacolo e intrattenimento. Essere su un palco, con il tuo team che ha lavorato giorni e notti per mettere su gli show, e avere standing ovation di 1200-1600 persone mi faceva emozionare e continuare a crescere, inventare e proseguire il mio camino.»

Poi, mentre è in Egitto a Sharm El Sheik, conosce Natalie, sua compagna e mamma delle sue due bambine. Si frequentano per molto tempo, sebbene si possano vedere poco. Nel febbraio 2010 Samuele va in Sudafrica, a Città del Capo, ma pensa che sia solo una cosa temporanea – mentre è in pausa dal lavoro nell’animazione.

Lì conosce un ragazzo italo-sudafricano che gestisce un ristorante italiano. L’amicizia cresce e Usai lo aiuta come cameriere-barista per circa due mesi. Questo sancisce l’inizio di qualcosa di importante, perché Usai matura un’idea e, nonostante il trasferimento in Grecia (a Kos), la sua testa è focalizzata su un solo punto: tornare in Sudafrica e aprire un ristorante. Natalie, stanca della vita inglese, quando Samuele le parla del progetto prende la palla al balzo: «Decise di trasferirsi con me giù a Città del Capo, nell’ottobre 2010. Lei, già esperta nel campo dello stile come Parrucchiera, inizia subito a lavorare nel rinomato hotel One&ONly, proprio come AGM nel salone dell’hotel. Io continuo a fare esperienza e capire come poter iniziare il nuovo business.»

E nel 2013 si inizia: a Città del Capo Usai mette su un ristorante italiano. Intanto, nel 2015 nasce la prima figlia dei due, Lyla Grace. «Passiamo dei weekend bellissimi tra vinerie, spiagge e safari. Natalie sempre impegnata nel salone di bellezza, io sempre a sfamare più persone possibili, quindi avevo realizzato un vero e proprio sogno nel cassetto.»

Nel 2018 però, mentre Natalie aspetta la loro seconda bambina, arriva una decisione che cambierà tutta la storia: i due, per stare più vicini alla famiglia, si trasferiscono in Inghilterra. Drastico, eh, come cambiamento: dal sole e caldo dell’Africa al freddo umido dell’Inghilterra.

«Ci trasferiamo a Chalfont St Peter – ad appena 30 minuti dal centro di Londra –, città natale di Natalie, dove si trova la sua famiglia.  Io inizio a lavorare al Marriott come food&beverage assistant manager, Natalie inizia il suo business come parrucchiera privata. Nel 2019 a luglio nasce la mia seconda bimba Elena Mae.»

Poi il Covid-19 si abbatte su tutti ed entrambi perdono il lavoro. Ma è solo l’inizio.

«Proprio Durante Covid nel 2020 ricevo una chiamata per un colloquio negli studi cinematografici inglesi Pinewood. Non ci potevo credere. La produzione Scallop di Walt Disney del film LA SIRENETTA decide di girare il loro live action proprio in Sardegna e io, essendo sardo, parlavo la lingua locale. Quindi vado a fare il colloquio, porto il CV ed esco con il titolo di SET DRESSER proprio per la Walt Disney. Indescrivibile il mio stato d’animo.»

Ma La Sirenetta è solo l’inizio, come abbiamo detto.

«La Sirenetta è stato un successo: imparo, capisco come il mondo hollywoodiano lavora. Inizio a stare accanto agli attori principali come Hall Bailey, Melissa McCarthy, Javier Bardem e Johan Hauer-King per preparare loro sia oggettistica che scenografie. Subito dopo inizio un altro e vero proprio film, Napoleone, con Joaquin Phonix e Vanessa Kirbi, nonché Ridley Scott come direttore. Queste persone di fama internazionale mi insegnarono tanto e mi fecero capire tante cose. Da lì, sono stato nominato con gli altri membri nella corsa agli Oscar come miglior Production Design con il mitico Arthur Max, a capo del team. Successi su successi, emozioni da pelle d’oca. Dopo Napoleone inizio Star Wars The Acolyte con Amanda Stenberg e Lee Jung-Jae e tanti altri. Diversi set, da quelli storici di Napoleone ma sempre soddisfacenti e intensi con tanto di effetti speciali. Finito Star Wars, inizio con una produzione privata nel film Cleaner con Clive Owen e Daisy Ridley, stando anche lì a fianco agli attori a preparare per appunto le azioni. A seguire, ho lavorato nella serie tv Mandrake e ora ho appena iniziato il film nuovo di Jason Statham e scritto da Silvester Stallone. Con tutti questi film ho avuto la possibilità di viaggiare tra Malta, Madeira Galles e Italia.»

 Ad aprile, si girerà a Londra e poi a Chicago

«Non posso dire altro per via del contratto» dice, proseguendo con l’importanza del viaggio nella sua vita. «È stata la mia Università. Ho imparato a stare solo, a conoscere tanta gente con cui ancora sono in contatto e poi ho imparato le lingue. Parlo italiano, inglese, spagnolo e francese. Lo suggerisco a tutti i giovani: se si ha la possibilità, viaggiare è il miglior titolo di studio o perlomeno lo è stato per me.»

E la Sardegna? Gli manca tantissimo. Torna almeno tre o quattro volte l’anno.

Ma alla domanda se mai si trasferirebbe qui, Usai è perentorio: «Sì, quando diventerò abbastanza importante nel campo hollywoodiano per poter fare un vero e proprio studio cinematografico in Sardegna.»

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