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4 febbraio 2004: muore Valery Melis, mai dimenticato dalla Curva rossoblù

Valery Melis

Il 4 febbraio del 2004, moriva dopo una lunga agonia Valery Melis, ex militare quartese impegnato in diverse missioni nei Balcani. Aveva solo 27 anni.

Valery, caporalmaggiore dell’Esercito italiano, aveva scoperto di essersi ammalato del linfoma di Hodgkin nel 1999, una volta rientrato da una missione in Kosovo. Secondo i genitori Dante e Marie Claude Melis e i suoi avvocati, Valery è morto a causa dell’uranio impoverito, ma nonostante una battaglia legale durata più di 10 anni, alla famiglia non è stato riconosciuto alcun risarcimento né sono state chiarite le cause della sua morte.

Nel 2015 il Tar ha scritto nero su bianco in una sentenza che la malattia  di Valery «non fu dovuta all’uranio impoverito». «Non esistono dati sulla cancerogenità delle nanoparticelle, quindi non può essere questa la causa della morte del soldato stroncato dal linfoma di Hodgkin», scrissero i giudici del Tribunale amministrativo regionale. Tutto questo nonostante la sentenza precedente del Tribunale civile di Cagliari che aveva condannato nel 2011 lo Stato a risarcire la famiglia Melis con 584mila euro.

A non essersi mai dimenticati di Valery sono sempre stati il Cagliari Calcio (in particolare Andrea Cossu e Daniele Conti) e gli Sconvolts. Celebre un coro cantato ancora oggi in Curva Nord per lui.

Valery era infatti un grandissimo tifoso rossoblù. Prima di morire, deluso del mancato appoggio da parte dei vertici militari Valery trovò nel Cagliari e nei suoi tifosi l’unico scoglio a cui appoggiarsi nel momento più difficile. Volle essere sepolto senza l’esecuzione de “Il silenzio”, suonato normalmente nei funerali di ex militari e nella bara, al posto del Tricolore, scelse di avere la bandiera del Cagliari.

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