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Dall’eccellenza nell’equitazione alla formazione sportiva: Stefano Pais, l’unico sardo Tecnico sportivo di IV livello

Una vita per e con lo sport quella di Stefano Pais, 37enne cagliaritano che, grazie alla sua determinazione ed estrema passione, ha raggiunto il massimo livello cui un tecnico sportivo può ambire, quello di Tecnico di IV livello Europeo, il più alto grado di formazione previsto dal Sistema delle Qualifiche dei Tecnici Sportivi a livello internazionale. Il IV livello europeo è il corso d’élite della Scuola dello Sport, il fiore all’occhiello della formazione del settore, al quale si può accedere solo se in possesso di determinati requisiti: la finalità è quella di dare una formazione d’eccellenza da un punto di vista tecnico-sportivo e manageriale, con competenze per la gestione di atleti di alto livello. L’obiettivo per Stefano Pais è ora quello di essere un punto di riferimento per le neo scuole regionali dello Sport e per gli atleti sardi.

Stefano Pais ed Evelyn Neidhart, “Due generazioni di Istruttori Federali a confronto”

Ma facciamo un passo indietro: la passione di Stefano per lo sport si sviluppa fin da bambino. Il suo sogno era quello di montare a cavallo ma i genitori, tutti e due medici e soprattutto il nonno, Comandante dell’Arma dei Carabinieri a cavallo, tentano in tutti i modi di distoglierlo dalla sua ambizione. “Avevano paura mi facessi male e hanno provato a farmi fare qualunque tipo di sport ma la mia idea fissa era una, il cavallo”. La svolta arriva durante un viaggio a Vienna: qui Stefano, 5 anni, riesce a farsi accontentare dai genitori e monta per la prima volta dei cavalli Viennesi Lipizzani. “Il bambino è portato, sembra che faccia equitazione da sempre”, dicono gli istruttori. Tornati a Cagliari arriva finalmente l’iscrizione alla scuola di equitazione: Stefano comincia col salto a ostacoli ma giorno per giorno si indirizza sempre più al dressage, la massima sublimazione dell’esperienza a cavallo, la specialità regina dell’equitazione.

“Nel mentre ho provato tanti altri sport, dalle arti marziali al tennis, all’atletica. Queste due ultime discipline ma soprattutto i meravigliosi insegnanti che mi guidavano e allenavano mi hanno permesso di capire tanto sullo sport, sono grato infatti a tutti i maestri di sport e di vita che ho incontrato nel mio cammino, in particolare al Maestro Maurizio Orsolini e al Professor Joaquin Vazquez Vela. Lo sport è attività fisica ma al tempo stesso mentale, è controllo, disciplina e tanto studio. Quello che dico sempre ai miei alunni della scuola di equitazione (Stefano Pais nel 2018 ha fondato l’associazione Caralis Equestre al maneggio del Poetto) è questo: i grandi campioni non sono inarrivabili. Ai massimi livelli ci si può arrivare, quello che serve è tantissimo impegno, formazione, coraggio e sì, anche allenatori capaci di trovare i punti di forza ma anche quelli deboli di ogni atleta”.

Questa è la stessa filosofia che muove la Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre, in Spagna, il tempio dell’equitazione classica, il punto di arrivo per ogni cavaliere che vuole mirare al massimo, e di partenza per qualunque tipo di percorso d’eccellenza, in cui Stefano riesce ad accedere e frequenta con grande ambizione e impegno. Disciplina, rispetto, umiltà sono le basi fondanti della Real Escuela ma anche la grandissima importanza data al cavallo: “L’animale è un atleta esattamente come il cavaliere. Per questo motivo va allenato con metodologia scientifica, cosa che purtroppo in Italia, nonostante l’equitazione sia nata proprio nel nostro Paese nel 1300, non viene fatto. Se cavallo e cavaliere non sono sulla stessa lunghezza d’onda, certi risultati sono impossibili da conseguire”, sottolinea Stefano mettendo in evidenza un altro dei punti di forza della sua metodologia di allenamento.

Stefano col Prof Ignacio Rambla, Cavaliere e Professore della Real Escuela, medaglia d’Argento olimpica di Dressage

Dopo la parentesi andalusa (mai chiusa in realtà, perché Pais continua a mantenere contatti attivi con i professori della Real Escuela), Stefano consegue un Master a Madrid nelle tre discipline olimpiche equestri (dressage, salto a ostacoli e completo): nel mentre lavora in un allevamento di cavalli come addestratore e prende aspettativa dal suo lavoro a Cagliari, quello di Maresciallo dei Carabinieri. Passa la pandemia, l’associazione Caralis Equestre vede la luce e Stefano consegue il III Livello di tecnico Sportivo, seguito subito dopo dal IV, la massima qualifica tecnico-sportiva nel panorama internazionale.

Ma non è finita qui: “Questo è solo l’inizio! Adesso il mio obiettivo è quello di trasmettere le mie competenze ai giovani atleti, trasferire questo grande bagaglio di sapere che negli anni ho acquisito. Con questo titolo mi pongo come punto di riferimento nell’equitazione, mantenendo un forte attaccamento alla Federazione Italiana Sport Equestri, ma anche nella preparazione fisica degli atleti negli sport in generale. Le cose in Italia nell’ambito sportivo hanno bisogno di evolversi ed eccellere e io voglio cominciare a mettermi al lavoro proprio dalla mia terra, la Sardegna. Abbiamo un patrimonio ambientale inestimabile, capace di ospitare qualunque competizione anche in ambito olimpico e atleti con enormi capacità, da allenare e formare. I ragazzi sardi devono avere le stesse possibilità dei loro “colleghi” delle altre regioni e Paesi e io voglio mettermi in gioco per insegnar loro che lo sport non è solo esercizio fisico, ma è cultura, tradizione, vita, passione. Non l’ho certo detto io per primo! Se infatti riflettete su quanto scriveva Platone, “non mettere in movimento l’anima senza il corpo, né il corpo senza l’anima, affinché ciascuno dei due divenga equilibrato e sano”, ecco, da qui è facile capire come esercitare entrambi indirizzi alla perfezione e al massimo arricchimento dell’essere umano”.

 

 

 

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