Site icon cagliari.vistanet.it

Un’ipotetica formazione dei calciatori sardi più forti di sempre

Sardegna: per molti una delle più grandi nazioni senza Stato. Uno status, quella di regione con giustificate ambizioni di nazione, che ha privato l’Isola anche di una sua rappresentativa calcistica, a differenza di altri esempi celebri come il Galles e la Scozia.

Eppure di buoni calciatori la Sardegna ne ha annoverato parecchi nel corso dei decenni. Decine e decine hanno calcato i palcoscenici più prestigiosi del football, come la Serie A, la Premier League inglese e la Champions League. Per non parlare di quelli che hanno fatto la storia della Nazionale Italiana di Calcio.

E allora, in un piano puramente ipotetico, immaginiamo la formazione ideale dei calciatori sardi più forti di sempre. La imposteremo con un 4-4-2 molto morbido e ricco di fantasia.

PORTIERE: Salvatore Sirigu

Il numero 1 nuorese, classe 1987, ancora attivo e in forza al Nizza, vanta una carriera senza eguali per i difensori dei pali nati in Sardegna. Ha militato nel Palermo, nel Torino e soprattutto nel ricchissimo Paris Saint Germain. Con i francesi ha vinto 4 campionati francesi. Con l’Italia vanta 28 presenze e la vittoria di Euro 2020.

NICE, FRANCE – JUNE 01: Salvatore Sirigu of Italy in action during the International Friendly match between France and Italy at Allianz Riviera Stadium on June 1, 2018 in Nice, France. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

DIFENSORI (DA DESTRA A SINISTRA): Antonello Cuccureddu, Salvatore Fresi, Gianluca Festa, Vittorio Pusceddu.

Il terzino destro non ha bisogno di presentazioni. Antonello Cuccureddu da Alghero ha militato in formazioni di prim’ordine: dopo gli esordi alla Torres ha fatto le fortune di Brescia, Fiorentina, Novara ma soprattutto della Juventus, squadra di cui è stato una colonna tra gli anni ’70 e gli anni ’80 con ben 298 presenze e 26 reti. Con i bianconeri ha vinto sei campionati, una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Tredici le presenze con l’Italia.

Cuccureddu con la maglia della Juve

A sinistra spazio a un gigante della storia rossoblù: Vittorio Pusceddu. Originario di Buggerru, era dotato di un eccellente tiro mancino e spingeva molto forte sulla fascia sinistra. Al Cagliari ritornò negli anni ’90 dopo l’esordio nel 1984. Fu protagonista delle stagioni scintillanti della prima era Cellino, con il sesto posto della stagione 1992-1993 e la semifinale di  Coppa Uefa del 1994. 12, tutti bellissimi, i gol in maglia rossoblù. Oggi allena la Nazionale sarda.

Al centro della difesa due calciatori con ottimi riscontri nei massimi campionati europei: Salvatore Fresi e Gianluca Festa.

Nei primi anni della sua carriera Salvatore Fresi è stato protagonista della Under 21 della Nazionale Italiana di Calcio e partecipò alla spedizione olimpica del 1996. In Nazionale maggiore fu convocato tre volte, ma non scese mai in campo. Maddalenino, giocò per ben tre stagioni all’Inter in compagnia di calciatori del calibro di Ronaldo, Baggio e Zamorano. 76 le presenze in nerazzurro con una rete segnata. Salernitana, Napoli, Bologna e Juventus le altre compagini in cui ha militato.

Accanto a Fresi una vecchia gloria del Cagliari Calcio, Gianluca Festa. Originario di Monserrato, Festa è stato tra i protagonisti della cavalcata dalla C alla A con mister Ranieri. Difensore arcigno e dotato di grande forza fisica Festa ha giocato in squadre molto importanti non solo in Italia. Oltre alla parentesi con l’Inter e la Roma, fa parte della storia del Middlesbrough. Nel 2003-2004 torna insieme a Zola al Cagliari per guidare la squadra al ritorno in Serie A.

CENTROCAMPO (DA DESTRA A SINISTRA): Cossu, Barella, Matteoli, Mancosu.

Un centrocampo di muscoli, intelligenza tattica e fantasia quello del “Sardinian Dream Team” che abbiamo immaginato. Davanti alla difesa i due “nerazzurro-rossoblù” Matteoli e Barella, le cui storie e parabole calcistiche si assomigliano non poco. Un po’ più avanti e con molta libertà, schieriamo il fantasista-tifoso Andrea Cossu e l’attuale numero 5 rossoblù, Marco Mancosu.

Gianfranco Matteoli è stato senza ombra di dubbio uno dei calciatori sardi più forti di sempre. Mente calcistica di livello superiore, sapeva mettere insieme tutto ciò di cui un centrocampista centrale ha bisogno: forza, tattica, impostazione di gioco e doti da incontrista. E’ stato una colonna dell’Inter dei record di Trapattoni. 116 presenze e 5 gol, nel carniere nerazzurro. Tra le reti siglate anche quella che è stata per 5 anni il gol più veloce della Serie A: poco più di 9 secondi contro il Cesena. Fantastico il suo rientro in patria: fu tra i protagonisti dell’avventura in Coppa Uefa del 1993-1994. In Nazionale collezionò solo sei presenze, ma ne avrebbe meritate molte di più, se solo fosse nato in un’epoca meno florida del calcio Azzurro.

Accanto a Matteoli colui che spesso è stato designato come suo erede e che condivide l’amore per le stesse maglie: Nicolò Barella. Talento prodigio è stato più volte citato da Gigi Riva come uno dei migliori rappresentanti del calcio isolano. Dopo gli esordi al Cagliari, in cui ha mostrato subito le sue eccellenti capacità, ha fatto molto discutere il suo faraonico trasferimento all’Inter (45 milioni di euro). A soli 26 anni è già vice capitano dell’Inter e recordman sardo di presenze in Nazionale italiana (51). Sette i gol in rossoblù, 8 con la Nazionale, 15 in maglia nerazzurra. Ha tutto per diventare il sardo numero 1 di sempre, Zola permettendo. Ha vinto un Campionato Europeo, una Serie A, due Supercoppe italiane e due Coppe Italia.

Andrea Cossu è senza dubbio uno dei calciatori sardi più talentuosi di sempre. Dotato di un dribbling secco e di una grande capacità di sfornare assist per i compagni, ha impiegato molto tempo per riuscire ad affermarsi ad alti livelli. Quando però li ha raggiunti ha dimostrato tutta la sua classe. Dopo un eterno girovagare tra Verona, Lumezzane e altre piccole squadre, Cossu torna al Cagliari all’alba dei 28 anni. Con la maglia del suo grande amore (Cossu è noto per essere stato da ragazzo un frequentatore assiduo della Curva Nord) recupera gli anni perduti. Dal 2008 in poi sono più di 200 le gare in rossoblù con 12 reti e molti, moltissimi assist. Fa il suo esordio in Nazionale nel 2010 e colleziona due presenze. Insieme a Daniele Conti diventa il simbolo del Cagliari di quegli anni.

Anche Marco Mancosu condivide con molti altri di questa formazione una sorta di “Odissea” lontana dall’Itaca cagliaritana. Casteddaio doc, è nato in una famiglia votata completamente al calcio (celebri anche i fratelli Marcello e Matteo). Marco trova la sua consacrazione a Lecce, squadra che lo ha inserito nella sua hall of fame. In Salento colleziona 160 presenze e 48 gol. Lo scorso anno il rientro in patria sarda con la vittoria, da protagonista, dei playoff di Serie B.

ATTACCO: Zola, Virdis (Piras)

Difficilissimo scegliere tre calciatori per l’attacco sardo. Scontata e priva di ogni dubbio la presenza in formazione e l’assegnazione della fascia di capitano al fuoriclasse di Oliena Gianfranco Zola, l’altra maglia va di diritto a Pietro Paolo Virdis, unico sardo ad aver mai alzato in alto la Coppa dei Campioni. Ma Gigi Piras fa parte di diritto della formazione, con una maglia da contendere a Mancosu, Cossu o allo stesso Virdis.

Di Gianfranco Zola potremmo scrivere qualsiasi cosa. Il suo talento ha abbagliato il calcio mondiale tra la fine degli anni ’80 e i primi anni del nuovo Millennio. Erede designato di Maradona al Napoli, fuoriclasse sfortunato a Usa ’94, gemma del Parma degli anni ’90, baronetto della Corona Inglese e “Magic Box” al Chelsea e eroe-capitano a fine carriera in rossoblù: i titoli e le medaglie da assegnargli sarebbero davvero troppe. Zola è stato semplicemente il calciatore sardo più talentuoso di sempre e uno dei calciatori italiani più tecnici e di classe che abbiano mai calcato un terreno di gioco. Ha vinto un campionato italiano, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa e svariate coppe nazionali tra Italia e Inghilterra. Con l’Italia vanta 10 gol in 35 presenze e un secondo posto ai Mondiali di Usa 1994. Nato a Oliena nel 1966 è stato una bandiera per tutta la Sardegna, riuscendo a unire senza divisioni (unico in questo) le rivali Cagliari e Torres. La maglia numero 10 e la fascia di capitano vanno a lui di diritto.

Pietro Paolo Virdis ha una carriera che parla da sola. Originario di Sindia ha spiccato il volo alla fine degli anni ’70 a Cagliari, per poi affermarsi con le maglie di Juventus e Udinese. Ma è con il Milan che il centravanti sardo ha collezionato i suoi anni migliori fino alla vittoria della Coppa dei Campioni nel 1989. Con i rossoneri ha collezionato 135 presenze segnando ben 54 reti. I suoi tabellini sono sempre stati di tutto rispetto, a dimostrazione del suo grande fiuto del gol. Alla Juventus non trova mai la giusta alchimia, anche per la concorrenza di mostri sacri come Bettega e Boninsegna. Buona invece la parentesi al Cagliari nel 1980-1981 e quella in Friuli tra l’82 e l’84, dove giocò insieme al grande Zico.

Virdis festeggia un gol con la maglia del Milan. Con lui Baresi, Gullit e Colombo

Luigi Piras, noto Gigi, resta senza una maglia da titolare, ma solo per pochissimo. Selargino doc, Gigi Piras è stato uno dei marcatori più implacabili della storia del Cagliari, squadra di cui è stato assoluta bandiera. Con i rossoblù gioca ininterrottamente dal 1973 al 1987, attraversando varie epoche della storia del club. 87 i gol segnati. Tra i risultati raggiunti da ricordare ci sono il sesto posto nel 1982 in Serie A e il gol vittoria che trascinò il Cagliari (allora in Serie C) a disputare la semifinale di Coppa Italia contro il Napoli di Maradona nel 1987. Non da poco il suo contributo alla storica promozione del La Palma in Serie C2 come ultima tappa della sua carriera.

 

Exit mobile version