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Conoscete il Castello “Orguglioso”? Scopriamo l’affascinante roccaforte immersa nel verde di Sardegna

Nel cuore della storia sarda si erge un monumento che racconta una breve ma intensa saga: il Castello di Sassai, noto anche come Orguglioso. La sua esistenza, protrattasi per un secolo, è stata caratterizzata da costruzione, assedi, distruzione e abbandono, diventando l’emblema di una fase determinante nella storia dell’isola. Scopriamolo insieme con l’aiuto delle bellissime foto del fotografo Paolo Lobina.

Costruito nel XIII secolo per conto del giudicato di Cagliari, allora sotto il controllo di Pisa, il castello aveva un destino comune a molte fortezze medievali isolane: difendere i confini tra giudicati rivali. La sua posizione elevata su un colle dell’altopiano, a quattro chilometri da Silius, testimoniava la sua funzione di controllo del territorio e protezione del vicino villaggio di Sassai, ora ridotto a tracce indelebili nel passato.

Una delle storie più celebri del castello risale al 1353, all’inizio della guerra sardo-catalana. Divenuto possedimento aragonese insieme all’intero giudicato di Cagliari, il castello fu teatro di un assalto condotto dai cagliaritani a favore di Mariano IV d’Arborea. Nonostante la presenza di 700 cavalieri e una numerosa fanteria a difesa del maniero, l’attacco ebbe successo. La distruzione del castello fu decisa dal giudice, e dopo la tregua del 1354, la Corona spagnola optò per non ricostruirlo. Un documento aragonese del 1358 mostrava un disegno del castello Argullos in rovina, segnando la fine di un’era.

Il conflitto sardo-catalano durò circa settant’anni, e alla fine, l’isola passò completamente sotto il dominio spagnolo. I castelli di confine persero la loro rilevanza, e la maggior parte di essi fu abbandonata. Il periodo di vita del Castello di Sassai coincide con la transizione dalla Sardegna giudicale a quella feudale, un cambiamento che avrebbe plasmato il destino dei sardi.

Oggi, un sentiero a gradoni attraverso il verde conduce dalla strada comunale Silius-Ballao alla cima del colle, dove giacciono i resti della fortezza. Realizzata in conci regolari di scisto, la struttura rivela mura perimetrali, ruderi di una torre quadrata e un’altra torre circolare nella cinta a sud-ovest. Lungo le mura, si notano feritoie utilizzate dagli arcieri, mentre anelli di ferro fissati alle pareti di sotterranei suggeriscono la presenza di prigioni.

Un ambiente è stato identificato come cucina grazie alla presenza di un forno. Un disegno rosso su una parete, raffigurante un soldato con la cotta di maglia e un arco, suscita curiosità. La leggenda narra che tra i ruderi si sentano flebili lamenti: durante l’assedio, la contessa di Sassai rimase intrappolata sotto le macerie mentre tesseva con il suo telaio d’oro, implorando aiuto da allora secondo i racconti popolari.

Dalla cima del colle, lo sguardo spazia su colline, valli e abitati di Silius, San Nicolò Gerrei, Ballao e Goni. Una pineta attrezzata per picnic e giochi per bambini circonda la zona, custodendo la sorgente di Is Alinos per una sosta rinfrescante. A nord, il pozzo sacro di Funtana Coberta offre un tuffo nell’età nuragica, completando un viaggio attraverso le epoche che ha reso il Castello di Sassai un simbolo indelebile di un’epoca passata.

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