Site icon cagliari.vistanet.it

Lo sapevate? La Resistenza in Sardegna durò soltanto un giorno

Un giorno, anzi meno, cinque ore. Tanto durò in Sardegna la Resistenza contro l’occupazione nazista. Una battaglia che costò 25 vittime italiane, e che vide nell’isola de La Maddalena il suo sanguinoso teatro. Ma come si arrivò a quello scontro? Bisogna tornare indietro indietro nel tempo, a qualche giorno dall’armistizio dell’8 settembre 1943 per capire quali furono le circostanze che portarono un gruppo di soldati italiani d”istanza in Sardegna, a diventare più simili ai partigiani che a effettivi di un esercito regolare.

Nei giorni in cui Benito Mussolini, prigioniero per circa venti giorni a Villa Webber, un edificio trasformato in luogo di detenzione per l’occasione, veniva trasferito nel Continente, La Maddalena ospitava la base più attrezzata della Marina italiana in tutto il Mediterraneo. Il comando della base era affidato congiuntamente all’ammiraglio Bruno Brivonesi e all’omologo tedesco Helmut Hunaeus, mentre la guida delle truppe italiane in Sardegna era affidata al generale Antonio Basso, mentre il generale Lungerhsausen comandava le truppe della Wermacht dislocate nell’Isola, di gran lunga inferiori nel numero ai soldati italiani ma largamente superiori in forza bellica.

Il 6 settembre, Basso riceve dal Comando centrale la “Memoria 44”, un documento confuso che il generale italiano interpretò come “lasciapassare” delle truppe tedesca della 90a divisione verso un esodo pacifico dalla Sardegna alla Corsica. Basso rassicurò il suo omologo tedesco, garantendogli che le truppe tedesco non sarebbero state attaccate durante la ritirata.

Eppure i tedeschi non rimasero con le mani in mano. Il 9 settembre i bombardieri della Luftwaffe affondarono le navi italiane (Roma, Vivaldi e Da Noli) che convergevano verso La Maddalena, causando oltre 1600 morti nelle acque a nord-ovest dell’Asinara, e l’ammiragliato de la Maddalena fu requisito dai tedeschi, che tennero prigionieri gli italiani, compreso l’ammiraglio Brivonesi.

Nonostante alcune scaramucce nell’Isola (nei pressi di Baressa e nel ponte Mannu sul Tirso), l’ordine di Basso e degli ufficiali italiani rimanevano chiari. Non attaccare i tedeschi in ritirata.

Nel frattempo, Basso aveva ricevuto altri due ordini, il 5V il 12 settembre e il 21V il giorno successivo, con l’indicazione chiara di trattare i tedeschi come nemici. Ma ancora il generale Basso nicchiava, rispondendo di non essere in grado di attaccare prima del 16 settembre.

L’iniziativa di liberare la base de La Maddalena fu così opera di uno sparuto gruppo di soldati italiani, che ruppe gli indugi. Coordinati dal capitano di vascello Carlo Avegno, marinai, soldati, carabinieri attaccarono gli occupanti tedeschi. La battaglia – 13 settembre – durò cinque ore e alla fine i tedeschi chiesero il cessate il fuoco impegnandosi a liberare Brivonesi e gli altri. Si arrivò così alla resa dei tedeschi, che però ottennero il permesso di abbandonare la base, e l’Isola, senza altri colpi di mano. La battaglia di La Maddalena, fu così l’unico vero episodio di Resistenza avvenuto in Sardegna, ciò che di più simile ad una lotta partigiana avvenne nell’Isola. Una battaglia che costò la vita di 25 italiani, molti dei quali sardi, e una cinquantina di feriti. La Resistenza sarda iniziò e finì in un batter di ciglio, ma con il sacrificio di Carlo Avegno, Gesuino Corris, Giovanni Cotza, Carmine De Dominicis, Giuseppe Forno, Giovanni Gallu, Emanuele Gujon, Umberto Indrovini, Francesco Iussirevich, Giovanni Langiu, Emilio Lombardi, Salvatore Marongiu, Umberto Mastronuzzi, Giovanni Melis, Vittorio Murgia, Gesuino Murtas, Giuseppe Nilo, Anacleto Pagnone, Giovanni Perrotti, Pasquale Sassi, Primo Sbaraglia, Giovanni Battista Serra, Serafino Sirigu, Giuseppe Spagnoli, Pio Valente, Arturo Valentini, Renato Vasconi e Rinaldo Verosi.

Il giorno dopo la battaglia, il 14 settembre, ancor prima dei funerali dei 25 italiani caduti in quell’unico episodio di Resistenza sarda, il generale Basso e il generale Lungershausen pranzarono insieme a Tempio

Exit mobile version