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Accadde oggi: 24 ottobre 1917 l’eroismo della Brigata Sassari nella Battaglia di Caporetto

Alle 02:00 del 24 ottobre 1917 iniziava la grande offensiva degli eserciti tedesco e austro-ungarico. Viene definita come XII Battaglia dell’Isonzo, ma è da tutti conosciuta come la “Battaglia o rotta di Caporetto”. Gli imperiali avevano ammassato sul fronte isontino un considerevole numero di forze, circa 350 mila uomini e oltre 2000 cannoni che formavano la XIV Armata. Il punto prescelto è quello tra Plezzo e Tolmino, il più debole del fronte italiano. Quella notte, durante il temporale, comincia un forte bombardamento degli imperiali su una vasta area, poi è la volta del lancio di bombe asfissianti all’acido cianidrico. Interi battaglioni sono decimati. Dopo riprendono le artiglierie. Il tiro colpisce i centri vitali e i punti di comunicazione: in questo modo non si possono trasmettere ordini e neppure l’artiglieria italiana può intervenire. Lo sfondamento delle linee è inevitabile, anche perché 15 Divisioni nemiche si concentrano su Bovec e Tolmino. Subito reparti speciali d’assalto si infiltrano tra le alture, in questo modo cedono uno dopo l’altro tutti i capisaldi. In un giorno avanzano di 24 chilometri. Il disastro è imminente, Cadorna inizia a far arretrare le linee sperando di bloccare l’avanzata, ma è tutto inutile. Il 27 ottobre, con colpevole ritardo, Cadorna ordina alla I e III Armata di ripiegare verso il Tagliamento. Il 1° novembre, ancora una volta in ritardo, è deciso l’ulteriore arretramento sulla linea del Piave. La Brigata Sassari come viene coinvolta in tutto questo?

Dopo esser stata inviata durante il 1916 in Trentino, per porre freno ad una massiccia avanzata nemica, ed aver combattuto eroicamente su quel fronte fino all’agosto del 1917. Il 25 di quel mese giunge il nuovo trasferimento sul Carso, esattamente a Breg (Canale) oggi Canale d’Isonzo, hanno il compito di cingere lo Zgorewnice e conquistare la quota 878. Dopo un primo tentativo fallito conquista le quote 862 e 895 catturando 450 prigionieri tra cui 17 ufficiali. Il 24 settembre discendono la valle dell’Isonzo per un periodo di riposo. Il 1° ottobre si trova presso Canale e sostituisce la Brigata Campobasso sulle posizioni conquistate il mese precedente. Il 10 ottobre si porta sul monte Oscedrik e a Cà delle Vallade ed il 17 dello stesso mese giunge tra Buttrio e Manzano in attesa. La Notte del 24, quando inizia la violenta offensiva nemica, la Brigata Sassari si trova lì, a meno di 50 km dal punto in cui avviene lo sfondamento delle linee italiane. I Sassarini ripiegano in un primo momento sulle colline non distanti da Buttrio verso il fiume Natisone.

Mentre marciano in direzione di Casarsa la sua avanguardia è attaccata a Codroipo da truppe nemiche, passato il Tagliamento si riunisce a Morsano. Il 6 novembre giunge a San Vendemmiano non distante da Conegliano Veneto. Nel frattempo i genieri italiani fanno saltare tutti i ponti sul Piave, rimane in piedi solo Ponte Vidor presso il paese di Ponte della Priula. Era ormai terminato il passaggio di tutti i reparti italiani, nel primissimo pomeriggio, quando ormai si disperava di vederli, giunge un battaglione, fa parte del 152° “Brigata Sassari”, è comandato dal giovane Maggiore Giuseppe Musinu da Thiesi. Nonostante il fuoco nemico, avanzano per quattro a passo cadenzato, delle pattuglie proteggono i fianchi del battaglione che avanza. Gli austriaci non osano attaccare frontalmente, e le azioni laterali non fermano l’avanzata del reparto sardo. Imboccato finalmente il ponte lo attraversano in maniera ordinata, giunti sulla sponda opposta Musinu grida l’attenti a destra, il battaglione rende gli onori ad un gruppo di generali presenti sul luogo. Passato l’ultimo dei Sassarini i genieri fanno brillare il ponte. Ultimi a ritirarsi e primi nella riscossa, la Brigata Sassari sarà uno dei primi reparti a varcare il Piave e ad avanzare nell’ultimo vittorioso anno di guerra.

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