Era ancora vivido il terrore per il terribile incendio di Curraggia di pochi anni prima, divampato nel terribile 28 luglio del 1983, quando nelle campagne di Bessude – in provincia di Sassari – si consumò l’ennesima tragedia del fuoco, una piaga che ancora oggi continua a mietere vittime e devastare decine di ettari nelle campagne e nelle città della Sardegna.
Quel 3 agosto fu, però – se possibile – ancor più triste. A morire fu un bambino, il giovane Antonio Tanca, tredicenne che da pochi giorni soltanto era tornato nell’Isola per trascorrere le vacanze estive nella città natale dei suoi genitori. Antonio Tanca è solo uno dei tanti nomi che compaiono nel lunghissimo elenco delle vittime del fuoco in Sardegna, ma fu il primo bambino a morirne.
Come si raccontò poi sulle pagine di Repubblica furono decine le persone che rimasero più o meno gravemente ustionate, nel disperato tentativo di domare le fiamme. Migliaia di ettari e pascoli furono comunque distrutti, a causa anche di un forte scirocco che soffiò per l’intera giornata, raggiungendo picchi di 80 km/h. Le case della zona furono abbandonate, le greggi disperse: anche l’incendio di Bessude fu una tappa tragica della storia degli incendi in Sardegna.