Site icon cagliari.vistanet.it

Alessio Sacchitella (Unibeton): «Con il percorso MYT aiutiamo i giovani a costruirsi un futuro in Sardegna»

«I giovani non hanno bisogno di prediche, i giovani hanno bisogno, da parte degli anziani, di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo». Era il dicembre del 1983, quando l’allora Presidente Sandro Pertini, nel suo discorso alla nazione, lanciava un accorato appello affinché si ponesse maggiore attenzione al futuro dei giovani, già allora in balia di un futuro incerto e di prospettive poco rosee in termini di occupazione e prosperità.

Sebbene siano passati ormai quasi quarant’anni, i dati più recenti sembrano aver trasformato quei timori del Presidente Pertini in un’amara realtà consolidata: se pensiamo a ciò che accade in Sardegna, ogni anno sono più di 3mila i giovani che lasciano questo territorio per cercare lavoro e fortuna all’estero, e più di 10mila coloro che si riversano sul resto del territorio italiano con medesime aspettative. Dal 1995 ad oggi si contano più di 50mila giovani emigrati, impoverendo di talento, risorse e prospettive un territorio che avrebbe delle incredibili potenzialità, uniche al mondo.

Per ribellarsi a questo fenomeno è nato il percorso MYT (Master Your Talent), concepito dalla società di consulenza MAB & Co. in partnership con OSM Edu in alleanza con le aziende del territorio. Sono già molti gli imprenditori che hanno deciso di assumersi la responsabilità del futuro dei giovani sardi, scendendo in campo in prima persona e impiegando proprie risorse per gettare le basi per un futuro che possa essere completamente diverso.

Una delle aziende che fin da subito ha sposato con enorme entusiasmo il progetto è la Unibeton Srl, il principale produttore di calcestruzzo di tutto il Sud Sardegna. Con il supporto dei consulenti Prof. Davide Curreli e Manuel Garau, Unibeton ha deciso di “adottare” ben 25 studenti della sede Bacaredda dell’Istituto Superiore Dionigi Scano di Cagliari, con l’obiettivo di regalare loro un percorso di formazione professionale e personale, che possa consentire ai ragazzi di scoprire fin da subito quali siano le attitudini e i talenti di ognuno di loro. Abbiamo chiesto ad Alessio Sacchitella, uno dei soci fondatori di Unibeton, di raccontarci quali siano state le ragioni e, soprattutto, le emozioni vissute nel decidere di contribuire a questo progetto.

Sacchitella, qual è la fotografia dei giovani del nostro territorio di oggi vista con gli occhi di un imprenditore di successo?

«Innanzitutto, grazie per la definizione di imprenditore di successo. In realtà mi sento un imprenditore in continua evoluzione che è ancora in cerca del concetto di successo. L’impressione che ho costantemente del mondo giovanile contemporaneo è quella di un generazione che ha perso totalmente il contatto con il mondo del lavoro o che, forse, ne ignora completamente le potenzialità. Non attribuisco loro nessuna colpa. Sfido chiunque ad avere fiducia in un mondo lavorativo che non investe su di loro. Sono ragazzi che, guardando fuori dalla porta della loro scuola, vedono solo persone scontente, disorganizzate e sfiduciate. Non conoscono davvero cosa c’è nel mondo imprenditoriale sardo. Ecco perché riteniamo necessario investire su di loro per aprirgli nuovi orizzonti e renderli partecipi del mondo lavorativo che andranno ad occupare alla fine del ciclo scolastico.»

Quali sono, secondo lei, le principali difficoltà per uno studente che, una volta terminati gli studi, decide di approcciarsi da subito al mondo del lavoro?

«Secondo me la principale difficoltà per questi studenti sta nell’incapacità di orientarsi. Se nessuno dice a questi ragazzi quali sono le loro attitudini, come fanno a scegliere la strada giusta? Fuori da quelle scuole il lavoro c’è, serve tanto spirito di sacrificio e applicazione per imparare nuove professioni, senza paura di sporcarsi o stancarsi. L’Università sta diventando quasi un parcheggio per questi ragazzi, un modo per allontanare lo spettro della disoccupazione e appesantire ancora le casse di famiglie già provate dalla situazione attuale. I ragazzi devono essere aiutati a capire in primis cosa sono portati a fare e poi cercare lavoro, di conseguenza, nell’ambito attitudinale a loro più familiare e affine.»

Cosa vi ha spinto ad aderire al progetto MYT – OSM Edu?

«La voglia di far crescere una generazione di ragazzi consapevole del potenziale professionale e umano che caratterizza il panorama imprenditoriale sardo. L’obiettivo deve essere portare questi ragazzi nelle nostre aziende ancor rima che possano lavorarci.»

Lo scorso 14 maggio avete avuto il primo incontro con i ragazzi delle classi che avete “adottato”: quali sono state le sue emozioni?

«Emozione è proprio la parola giusta. Io mi sono emozionato nel raccontare la nostra storia, da dove nasciamo e dove siamo arrivati in così tanto tempo. Vedevo facce interessate e, per certi versi, sbalordite per ciò che abbiamo fatto e facciamo quotidianamente. Mi ha emozionato portare questi ragazzi dentro la nostra realtà e credo di aver emozionato anche loro. Hanno di sicuro capito che l’imprenditore non è una mera macchina da soldi, ma piuttosto un uomo con dei valori e capace di emozionarsi raccontando la propria storia.»

Il vostro settore è attrattivo per i giovani oggi? Cosa pensa potrebbe essere cambiato per diventarlo maggiormente?

«Non lo è per niente! Il mio lavoro attuale è di renderlo attrattivo perché, ahimè, probabilmente non lo è! È vecchio e polveroso, ma tramite la nostra strategia marketing stiamo provando a renderlo attrattivo e ci stiamo riuscendo. Stiamo dando tanto spazio alla comunicazione sui social e sulla rete, cercando un linguaggio vicino anche ai giovani, in modo da rendere il nostro settore un argomento accessibile ai più e non solo agli addetti ai lavori.»

Quali obiettivi si prefissa di raggiungere Unibeton grazie al percorso MYT? Pensate di adottare altre classi in futuro?

«L’obiettivo principale, come già dicevo poc’anzi, è quello di avvicinare questa generazione di giovani al mondo del lavoro in maniera più oculata e attenta. Sviluppare le attitudini di questi giovani è l’obiettivo successivo, nella speranza di scoprire qualche campione. La scelta di rifare la stessa esperienza dipenderà molto da come andrà questa prima ondata, ma credo proprio di si!»

Cosa si sente di dire ai suoi colleghi imprenditori per far sì che anche loro possano decidere di intraprendere un percorso così d’impatto per il futuro della Sardegna?

«I miei colleghi imprenditori devono capire che se non pensiamo noi a coltivare i nostri campioni, non possiamo aspettarci che lo faccia un mondo della scuola ormai lontano anni luce dalla realtà del mondo del lavoro del 2022. Recentemente ho chiesto, portando la stessa emozione che ci ho messo nel raccontarmi ai ragazzi, ad una classe di circa 70 imprenditori di valutare la bontà e la potenza di un progetto come MYT e OSM Talent sfruttandolo per avvicinare la generazione Z al mondo del lavoro, permettendo a questi giovani di conoscerlo dall’interno. Come me, tanti altri imprenditori hanno aderito al progetto e i numeri che sta esprimendo sono la testimonianza dell’enorme potenziale che può palesare. È l’unico modo che abbiamo per far capire a questa generazione che le opportunità esistono anche in Sardegna, basta solo dirgli dove cercare. Noi imprenditori esprimiamo ciò che di meglio la Sardegna sa fare. Unendoci tutti attorno a progetti come questo, faciliteremo l’inserimento di questi giovani nel mondo del lavoro ancor prima che possano pensare di andar via da questa magnifica isola.»

Exit mobile version