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“Assumo donne solo oltre gli anta, che se volevano figli li hanno già”, parla Elisabetta Franchi. Medioevo o necessità?

Foto Corriere

“Quando metti una donna in una carica molto importante poi non ti puoi permettere di non vederla arrivare per due anni perché quella posizione è scoperta. Oggi le donne le ho messe (in azienda, ndr) ma sono ‘anta’ (dai 40 anni, ndr). Se dovevano far figli o sposarsi lo avevano già fatto e quindi io le prendo che hanno fatto tutti i giri di boa, sono al mio fianco e lavorano h24, questo è importante”. Queste le parole che hanno fatto scatenare una polemica non da poco e a sciorinarle in pubblico è stata Elisabetta Franchi, stilista e imprenditrice bolognese classe ’68, creatrice dell’omonimo brand.

Il vespaio che ha sollevato è ancora lì che punge, ronza e cerca di trovare una via di fuga. La stessa, proprio oggi ha dichiarato: “Le mie parole sono state fraintese” e noi, cara Elisabetta l’avevamo capito già. Lungi dal voler prendere le parti, anzi a dirla tutta le parti le prendiamo e le prendiamo al femminile, non tutti i torti hanno le tue parole. Chi ti segue sui social o chi ha già avuto modo di sentirti semplicemente disquisire sa che, dietro tutti i milioni che hai fatto, sei pur sempre una guasconcella che ‘pane al pane, vino al vino’ e, come tale, ti rivolgi a noi comuni mortali, sempre pronti a dare del ‘facile parlare per te che c’hai li sordi’, all’imprenditore/trice di turno.

Foto Il Fatto Quotidiano

C’è da fare una doverosa premessa: il mestiere dell’imprenditore non è quello di chi è assunto e lavora per 8 ore al giorno. E già qui dovrebbero iniziare a scremarsi le riflessioni e le accuse. L’imprenditore ha delle responsabilità nei confronti dei suoi dipendenti anche in tempi di magra, anche quando soldi non se ne incassano e deve far fronte a qualunque tipo di problematica a ogni ora del giorno e della notte, che sia Natale, Pasqua o Ferragosto. Insomma, non è di certo un lavoro da tutti anche perchè mentalmente e fisicamente è un impegno h 24. Chi decide di intraprenderlo lo fa a suo rischio e pericolo, come un paracadutista.

Anche decidere di intraprendere una gravidanza e partorire è un impegno non da poco. E no, non possono farlo gli uomini. E serve tempo per affrontarlo al meglio, durante la gravidanza e dopo il parto. Perchè poi si diventa imprenditori del proprio “mestiere” di genitori. E, com’è giusto che sia, è doveroso che una donna possa decidere come guidare al meglio la sua vita: c’è chi preferisce trascorrere il proprio tempo col bambino, c’è chi ha bisogno mentale ed economico di lavorare, c’è chi vorrebbe l’uno e l’altro, in egual misura. Tra queste opzioni ne leggete una sbagliata? Io dico di no (tralascio il discorso della presenza o meno di un padre perchè si aprirebbe un altro capitolo). Insomma, direte voi, dov’è allora il problema? Il punto fondamentale non è quello che ha detto la Franchi (sottolineando poi che si riferiva esclusivamente a ruoli di alto rango e molto ‘onerosi’ in fatto di tempo), ma cosa fa lo Stato per tutelare la scelta di noi donne.

Perchè no, noi di scelta non ne abbiamo: le decisioni che dobbiamo prendere dipendono esclusivamente dagli aiuti esterni che siano di un padre, di nonni o economici. Certo, se magari la Elisabetta istituisse nella sua azienda un asilo nido per le neogenitrici sarebbe più semplice assumere donne che normalmente ha dichiarato di non gradire nella sua attività. Ma un nido non è la soluzione perchè i bimbi si ammalano in continuazione e sono contagiosi come la peste bubbonica. E se in azienda la mamma o le mamme non riescono (per ovvi e sacrosanti motivi) a svolgere determinati compiti che vanno eseguiti urgentemente e puntualmente, come fa la signora Franchi a mandare avanti la baracca e pagare gli stipendi delle altre mamme che non sono malate?

Facile dare a lei la colpa dell’uscita da “peracottara”: lei non ha fatto altro che aprire un vaso di Pandora al cui interno c’è l’Italia tutta e le sue magagne. Padri che non possono fare i padri come le madri (va detto, oggi più che mai le cose sono cambiate e sono tantissimi i papà che vorrebbero giustamente poter accudire i propri bimbi suddividendosi al meglio l’impegno con la mamma), donne completamente abbandonate a se stesse (quante ancora le depressioni post parto? Troppe), maternità che viene considerata come intralcio alla carriera quando invece è la sublimazione dell’essere umano (che lo desidera, of course), padri con ruoli ancora declinati al rango medievale di uomo-che-fa-il-baby-sitter-ai-propri-figli, uno Stato che vede nel maschio l’unica fonte economicamente produttiva.

Le parole della Franchi sono state di pessimo gusto nel modo in cui le ha esplicate, ma noi quello che intendeva l’abbiamo capito e insomma, prendersela con lei è un po’ come sculacciare un cane cui si è messa di fronte una salsiccia. E mentre noi sui social continuiamo a discutere sui suoi modi beceri di parlare e sui suoi milioni di euro c’è chi, ed è proprio quel colui o coloro che potrebbero iniziare a cambiare le carte in tavola, se ne frega e ride sotto i baffi, lasciandoci con la nostra esca di plastica e l’amo vuoto.

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