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Francesco Corrias, la musica dai suoni della natura della Sardegna

La sua musica elettronica è piaciuta al pubblico di Tokyo. E benché fosse in video conferenza, al “Symposium” della capitale nipponica è stata comunque un’esperienza di grande soddisfazione per l’artista e soprattutto per le orecchie degli uditori. D’altronde, per tanti, avere modo di ascoltare i suoni della natura sarda non è cosa quotidiana.

Francesco Corrias, 23enne dorgalese, studente del Conservatorio musicale di Sassari “Luigi Canepa”, è stato tra i 13 autori selezionati per uno dei massimi eventi dedicati ai sistemi di intelligenza artificiale, tenutosi qualche mese fa in modalità a distanza.

No, non è la “solita” musica. Si parla di “installazioni sonore d’arte”, campo all’interno della Sound Art, in cui si cercano nuovi modi di proporre suoni e permettere a chi ascolta di diventare interprete dell’opera. “Io esploro sempre, senza fermarmi in un genere specifico”, commenta il giovane Corrias. “Del resto, penso siamo studenti tutta la vita”.

Per il giovane Francesco la passione per l’interazione uomo-macchina. Il suono “catturato” mediante specifiche strumentazioni viene modificato col computer e il risultato è qualcosa di mai udito prima. “Mi piace capire come un suono entra e quali processi segue prima di arrivare al prodotto finale”. Le installazioni sonore d’arte sono oggi un nuovo mondo artistico e il giovane Corrias, insieme a tanti altri suoi colleghi, ne è parte integrante. “Non sei più semplicemente tu a fare musica, ma per chi ti ascolta si crea una situazione immersiva. Un’esperienza che sembra creare immagini nella tua testa”.

Tanto studio per il giovane Dorgalese. Insieme alla passione per la musica elettronica “velocissima”, che lo aiuta a riflettere sull’idea di futuro e progresso. Dietro, però, l’esplorazione dei luoghi più affascinanti della nostra Sardegna, come le spiagge di Fuili e Ziu Martine, Calagonone e Monte Bardia. A caccia di avventure? No, alla registrazione di ogni tipo di rumore, anche quelli più impercettibili per l’orecchio umano. “Sul campo mi sono reso conto di quanto effettivamente inquinato sia il nostro territorio”.

Il risultato è il “Acoustic Views of Dorgali”, progetto dello scorso ottobre di “scultura sonora” composta da una serie di “field recordings” dell’ambiente dorgalese che offre un ambiente naturale unico, immergendo l’uditore nella purezza di suoni naturali. E Francesco è bravo a rendere l’idea in una semplice similitudine. “Immaginiamoci di stare chiusi dentro una stanza dove non si sente niente. Poi, si apre la porta ed è come se si avesse il mare sotto i piedi. Per chi ascolta, un’immersione nella natura nuorese, ascoltando suoni molto rari da sentire normalmente”.

Tutto nasce dall’interesse per la cosiddetta parte ecologica del suono. Con microfoni, e specifica strumentazione, Corrias è andato a fare registrazioni in diversi luoghi della sua zona. “Come alle grotte di San Giovanni, dove scorre un fiume sotterraneo che arriva sino al Bue Marino. Qui, addirittura, la registrazione è risultata più complessa, perché l’effetto ti dà l’impressione che sia presente qualcuno”. Poi, il lavoro con precisi software e programmi.

Suoni della natura sarda, dunque, nei suoi luoghi più suggestivi, registrati per farne musica. E a Tokyo sono rimasti piacevolmente colpiti. “Quando ho mandato il brano sono rimasto parecchio sorpreso di essere accettato, data la presenza di altri miei colleghi. Poi, una volta presentato, è piaciuto”.

“Esplorazione”, la parola d’ordine per l’artista Francesco Corrias. E dallo studente dorgalese il messaggio è chiaro. “La musica non è solo il suono, ma è anche il processo che la porta a generare quel lato sonoro”. E ancora: “Per me musica è anche andare in una foresta e registrare ciò che c’è in un formicaio, ad esempio. Così si sente un suono che normalmente non sarebbe udibile”.

Soddisfazione dall’esperienza giapponese per Francesco Corrias. Ora, però, si pensa a costruire il futuro. E chissà se nel campo della Sound Art o nelle installazioni sonore, forse branca artistica un po’ di nicchia. “Mi piacerebbe un avvenire da programmatore. Fare software capaci di aggregare tanti suoni, da poter poi selezionare”.

 

 

 

 

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