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Leggende. Il pastore ogliastrino e la bella tessitrice: il ragazzo che non sapeva cogliere la fortuna

C’era una volta un povero pastorello nelle campagne d’Ogliastra, sempre intento a pascolare le sue pecorelle e senza mai un pensiero per la testa. Tutto il giorno pensava a zufolare.

Una volta, il giovane sentì nell’aria una voce di donna che cantava dolcemente una cantilena di quei posti: “Castel di Tacchelino/Conte di Saracino,/ Castel di Taccoforte/Di Saracini Conte…”. La voce veniva da una grotta vicina e subito il pastorello decise di entrarvi.
Gira e rigira, ecco che il pastorello trovò una porticina. Aperta, vide uno stanzone in cui, ammucchiati alle pareti, c’erano spilloni d’oro, bracciali, catenelle e collane. Un tesoro incredibile per lui, abituato esclusivamente alla vita di campagna.

Seduta in fondo allo stanzone c’era, inoltre, una bellissima ragazza dai capelli neri, intenta a tessere su un telaio fatto d’oro.
Subito la bella interruppe il suo lavoro e il suo canto, invitando il ragazzo a entrare e a prendere tutto ciò che trovava all’interno della grotta, fino a riempirsi la bisaccia.

Il giovane si guardò intorno un poco imbarazzato e infine decise di prendere una semplice campanellina d’argento: voleva metterla al collo della sua pecorella bianca più bella. “Vedo che sei modesto e che hai un animo gentile – disse la ragazza – ma ti ripeto: puoi prendere tutto ciò che c’è qui dentro, è roba mia”.

Ma il ragazzo si accontentò solo di quella semplice campanellina e, ringraziando, si avviò verso l’uscita.

Quando fu fuori dalla grotta, sentì nuovamente la ragazza cantare e battere sul telaio; poi, d’improvviso, fu silenzio. Allora il pastorello, quasi risvegliatosi da un sonno, pensò di essere stato uno sciocco e che in quella grotta avrebbe potuto prendere ben di più, forse la stessa tessitrice, da farne la sua sposa.

Tornò indietro alla grotta, nel tentativo di rimediare. Ma dello stanzone e delle sue ricchezze non c’era più nulla. Solo una grande oscurità, silenzio, sassi e terriccio. Il pastorello decise allora di tornare l’indomani, l’indomani e l’indomani ancora. Ma della ragazza non c’era più traccia. Chissà, forse aveva solo sognato. Ma di certo, quando la fortuna passa davanti, bisogna essere bravi a coglierla.

Riferimenti Bibliografici: “Lo sciocco pastore di Tacchellino” in “Leggende della Sardegna” di Anna Costantino Evangelista, Cappelli Editore. 

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