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La foto. Immagini dal ripascimento: era il 2002 e il Poetto veniva ricoperto da una montagna di sabbia nera

Sabbia come cipria, morbida e bianca come borotalco: tutti i cagliaritani (esclusi i giovanissimi) si ricordano com’era il Poetto ante ripascimento. La spiaggia dei centomila era una distesa bianchissima di 8 chilometri circa di arenile.

Foto dal gruppo Facebook “Cagliari Fotografica”

Poi arrivò il ripascimento: attraverso una serie di rilevazioni si constatò che l’erosione dell’arenile cagliaritano ebbe inizio dagli anni cinquanta con la ricostruzione che portò a massicci prelievi di sabbia.

Nel 1997 e nel 1999 furono effettuati dalla Mediterranea Survey and Service MSS S.p.A. degli aggiornamenti allo studio che confermarono il trend dell’erosione, e identificarono quali cause del degrado la presenza della strada litoranea, l’incremento dell’azione ondosa a causa della scomparsa della Posidonia oceanica, e la costruzione degli stabilimenti e dei bracci a mare del Lido e D’Aquila, dei casotti e delle villette.

Per rimediare a ciò si è tentato un ripascimento nel 2002: attraverso un sistema di draghe è stata prelevata la sabbia a qualche centinaio di metri dalla riva anziché dal luogo precedentemente scelto a varie miglia dalla spiaggia, vanificando così la buona intenzione di riportare il Poetto alle sue originaria bellezza e dimensione. Infatti il risultato si è dimostrato sconvolgente: la sabbia finissima e bianca di una volta è stata sostituita da un miscuglio completamente diverso per colore e granulometria, contenente non solo sabbia ma anche frammenti di conchiglie e concrezioni marine. E a distanza di tempo la situazione non è migliorata.

 

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