Il 19 dicembre 1843, in una gelida giornata invernale, il mondo della letteratura si arricchiva di un’opera destinata a diventare un simbolo intramontabile del Natale: A Christmas Carol (Canto di Natale), capolavoro dello scrittore inglese Charles Dickens. Celebre per aver regalato al pubblico anche opere immortali come David Copperfield, Oliver Twist e Tempi difficili, Dickens con questa storia ha saputo intrecciare emozioni profonde e riflessioni universali, catturando l’essenza stessa dello spirito natalizio. Pubblicato dall’editore Chapman and Hall e impreziosito dalle illustrazioni di John Leech, il racconto conquistò immediatamente il cuore dei lettori. La tiratura iniziale di 6000 copie andò letteralmente esaurita in pochi giorni, decretando un successo clamoroso che consolidò ulteriormente la fama di Dickens. Con la sua narrazione avvincente, la trasformazione di Ebenezer Scrooge da avaro implacabile a uomo generoso e il tocco magico dei tre spiriti del Natale, A Christmas Carol non fu solo un libro, ma un autentico fenomeno culturale che, ancora oggi, continua a ispirare generazioni, ricordandoci l’importanza della bontà e della solidarietà nei momenti più speciali dell’anno.
La storia, la conosciamo tutti, è quella del vecchio ricco ma avaro Ebeneezer Scrooge – personaggio diventato simbolo dell’opposizione al Natale e al suo messaggio di bontà e pace – che la sera della Vigilia di Natale riceve la visita di tre spiriti del Natale passato, presente e futuro; tutto questo per ricordare all’uomo chi è stato, chi è e chi sarà se continua a perpetrare questo suo atteggiamento di ostilità alla vita e alle persone. Un racconto dal finale catartico, e noi diremmo scontato, con il protagonista che si redime e ha la possibilità di cambiare in positivo il corso della propria esistenza. Un racconto di Natale, come recita il titolo, nel quale però Dickens come suo solito riesce ad inserire anche una critica alla società inglese del proprio tempo.
Come riporta una nota della British Library, con la pubblicazione di questo racconto Dickens sperava di risanare alcuni debiti che aveva proprio con lo stesso editore del libro, ma la sontuosità dell’edizione – con litografie e incisioni dell’artista John Leech – limitarono il guadagno dell’autore. Ma il peggio per le tasche di Dickens arrivò l’anno successivo, quando l’enorme successo del libro scatenò i pirati dell’editoria e diverse versioni “piratate” del testo iniziarono a girare per il Paese.
Quello che l’autore e giornalista inglese non avrebbe immaginato, però, è il grande seguito che il suo racconto avrebbe avuto nei decenni a venire. Rivisitazioni in tutte le forme e riadattamenti, il più celebre quello della Disney, “Canto di Natale di Topolino”, uscito nel 1983 e che vede il protagonista Scrooge interpretato dal zio Paperone (mai personaggio fu più corrispondente a lui, ndr).