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Accadde oggi. 31 ottobre 1926: gli squadristi cagliaritani assaltano la casa di Emilio Lussu

 

Sono le nove dell’ultima sera di ottobre, quando un amico trafelato raggiunge Emilio Lussu nella sua residenza in piazza Martiri, nel cuore di Cagliari, per metterlo in guardia da quanto le squadriglie cittadine vanno organizzando. Si tratta di rappresaglie indette contro i maggiori antifascisti della città, comandate in seguito all’attentato di poco prima, messo in atto da alcuni ribelli di Bologna ai danni del Duce (fatto, questo, che aveva già portato all’ingiusto linciaggio di un quindicenne). È coraggiosa, quindi, la reazione del parlamentare sardo, che decide – nonostante il vociare della folla inferocita lo abbia già raggiunto – di asserragliarsi in casa e armarsi per la difesa, volutamente solo.

Il racconto dell’episodio – poi affidato dallo stesso Lussu alle pagine del suo capolavoro, Marcia su Roma e dintorni – ha un tono quasi tragicomico. I fascisti, messi in guardia dallo stesso parlamentare in merito alla sua volontà di difendersi con le armi, decidono infatti di disperdersi in tre gruppi, nel tentativo di sorprenderlo. Inutile, però, si rivela la strategia: in poco tempo, due sono a terra. Mentre uno si scoprirà poi essere soltanto svenuto – come ironicamente sottolineato dallo scrittore – l’altro, un giovane cagliaritano, morirà di lì a poco.

In seguito al fatto – nonostante un tribunale non ancora del tutto fascistizzato avesse riconosciuto l’attenuante della legittima difesa – Lussu fu condannato all’esilio, dal quale si salvò con un’incredibile evasione. Oggi, poi, una targa commemorativa ricorda la data e il luogo della vile aggressione.

Giurista, scrittore eccezionale e abile giornalista, valoroso combattente, parlamentare di prim’ordine e antifascista fiero: è facile capire perché Emilio Lussu sia considerato uno dei cardini del panorama sardo del primo Novecento.

 

 

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