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Addio ad Angelo Licheri, il sardo che provò a salvare il piccolo Alfredino Rampi

È deceduto Angelo Licheri. L’uomo, originario di Gavoi, si era calato nel pozzo di Vermicino per tentare di salvare Alfredino Rampi, il bimbo precipitato nella profonda buca nel 1981.  Aveva 77 anni, era ricoverato in una clinica a Nettuno.

 

In quel maledetto pozzo artesiano che il 10 giugno del 1981 ingoiò vicino a Roma Alfredino Rampi non esitò a calarsi, Licheri, coraggioso e con il fisico da contorsionista, fu fatto scendere a testa in giù nelle viscere della terra per cercare di afferrare il polso filiforme del bambino e tirarlo fuori dall’incubo. Ma l’impresa disperata non gli riuscì.

E da allora questo eroe sfortunato si portò nella mente le cicatrici di una tragedia assurda. Tragedia entrata in qualche modo nella storia d’Italia: è ancora la più lunga diretta televisiva della Rai, che trasmise le immagini a reti unificate indugiando sul presidente della Repubblica Sandro Pertini, che volle seguire personalmente le operazioni di soccorso.

Quell’uomo per una notte tenne venticinque milioni di italiani con il fiato sospeso. Si calò nel pozzo per tirare su il bimbo incastrato, ma non riuscì a salvarlo.

Giunto a trenta metri sotto terra Angelo arrivò persino a stringere il braccio esile di Alfredino.

I due si parlarono, Angelo provò a consolarlo ma la presa cedette. La fine di ogni speranza: il piccolo morì alle 6,30 del 13 giugno.

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